La pista dell'omicidio colposo| Gli attimi terribili di quella notte - Live Sicilia

La pista dell’omicidio colposo| Gli attimi terribili di quella notte

Retroscena inquietanti su quella terribile notte in cui Nicole sarebbe stata uccisa per il mancato rispetto delle procedure imposte dalla legge. La Procura, ieri, ha sospeso tre medici. #GIUSTIZIAPERNICOLE

 

CATANIA- L’ipotesi, agghiacciante, svelata dai magistrati della Procura di Catania guidati da Michelangelo Patanè è che la piccola Nicole possa essere stata uccisa per il mancato rispetto delle procedure stabilite dalla legge. Ipotesi che aveva portato gli inquirenti a chiedere gli arresti domiciliari di Antonio Di Pasquale, neonatologo, Maria ausilia Palermo, ginecologa e Giovanni Alessandro, anestesista. Non si tratta degli ultimi arrivati, sono nomi noti nel mondo della sanità, medici di grido, insospettabili, che sarebbero responsabili del decesso della piccola Nicole.

I tre medici oltre ad essere accusati di omicidio colposo, sono indagati in concorso con un’ostetrica di  falso ideologico. Nella cartella clinica ci sarebbero delle annotazioni, che in fase di accertamenti e riscontri, non sarebbero “veritiere”. “Sono assolutamente incompatibili rispetto alle condizioni della piccola che emergono dalla consulenza”, afferma Michelangelo Patanè.

I periti della Procura puntano l’attenzione su presunte incongruenze tra quanto riportato in cartella clinica e quanto avvenuto realmente. Maria Palermo, ginecologa, avrebbe rassicurato Tania dicendo che la bambina era stata intubata e che aveva un colorito roseo “e aveva ripreso il tono muscolare”, contemporaneamente però, racconta la madre di Nicole- “i dottori parlavano a voce bassa, vedevo che erano preoccupati e avevano iniziato a fare telefonate…sentivo parlare della mancanza di posti disponibili e ad un certo punto ho sentito la parola Ragusa. I medici uscivano, entravano e parlavano tra di loro come se volessero cercare di minimizzare la situazione. Ho sentito comunque qualcuno dire di portarla al pronto soccorso, ma gli altri rispondevano che non c’era bisogno”.

Viene eseguito, il test di Apgar, cioè l’analisi del battito cardiaco, capacità respiratoria, tono muscolare, riflessi neurologici, colorito di pelle e mucose. Cinque minuti dopo la nascita l’anestesista Antonio Di Pasquale attribuisce un punteggio di 7, la normalità, a testimonianza di una stabilizzazione che sarebbe avvenuta dopo che era stato attribuito un punteggio di 1, cioè condizioni gravissime, al momento della nascita. La cartella clinica è stata falsificata? Entro i 5 minuti successivi al parto, la bambina, stando all’indice di Apgar riportato dai medici della Gibiino, sarebbe stata intubata con una saturazione di ossigeno del 94%, cioè superiore addirittura di 9 punti percentuali rispetto ai “target di saturazione previsti oggi alla nascita e ben conosciuti da Di Pasquale”. In pratica stava benissimo, secondo la cartella clinica e respirava a pieni polmoni.

“Come mai -si chiedono i consulenti- sia la mamma che Lucia Bonaccorso dicono di aver sentito dopo circa 20minuti dalla nascita un vagito della neonata (fortemente improbabile in un soggetto intubato dal momento che la presenza di un tubo a livello tracheale impedisce la motilità delle corde vocali e quindi l’emissione di suoi, e solo dopo questo vagito la Bonaccorsi dice di aver sentito Di Pasquale dire all’anestesista che la bambina doveva essere intubata?”. Anche la Palermo ha confermato che l’intubazione sarebbe avvenuta dopo 20 minuti.

Se, secondo Di Pasquale, neonatologo, la bambina era stata intubata dopo cinque minuti -si chiedono ancora i consulenti- “perché sostiene di aver inserito un sondino raccomandato solo nelle lunghe manovre di rianimazione con ventilazione a maschera?”

A Maria Ausilia Palermo – la ginecologa di fiducia di Tania Egitto –  è contestato di aver effettuato “un monitoraggio inadeguato della partoriente nella fase del travaglio e avrebbe omesso di intervenire chirurgicamente con un parto cesareo d’urgenza” e inoltre “avrebbe permesso – afferma Patanè in conferenza stampa – al neonatologo Di Pasquale di praticare, nonostante le controindicazioni, la manovra di Kristeller”. Per “stimolare” la nascita, la donna viene fatta mettere all’impiedi, ma rischia di svenire. Nuovamente sdraiata, Tania racconta: “Il dolore al fianco sinistro persisteva e mi dicevano che quando lo sentivo dovevo spingere più forte. Visto che la bambina non scendeva Antonio Di Pasquale, pediatra, si è disteso con la pancia su di me all’altezza del torace sopra il seno. Nel frattempo tirava un lenzuolo attaccato al letto per spingere più forte. Io mi sono sentita soffocare e ho avuto una crisi di panico. A quel punto è sceso. Questa manovra è stata ripetuta altre due volte ma più giù, all’altezza del diaframma. In questo modo la manovra era più sopportabile”.

L’infermiera Lucia Bonaccorso ha confermato l’esecuzione di queste “spinte”, meglio note come “manovra di Kristeller”, la pediatra della Gibiino, Maria Palermo, nega: “Per disposizione della casa di cura non usiamo la manovra di Kristeller. E’ una manovra che consiste nel premere l’utero con più forza. Io non l’ho mai praticata perché sono contrarissima. Il parto deve essere naturale, non va sollecitato con manovre ulteriori che possano essere traumatiche. Nel caso concreto non sono state eseguite perché non lo avrei permesso. Il nostro primario è contrario”. A smentire la dottoressa Palermo ci sono le riprese eseguite dal padre di Nicole, Andrea Di Pietro. “Tali manovre -si legge nella consulenza della Procura- sono state eseguite da Antonio Di Pasquale, pediatra, alla presenza e con l’approvazione della Palermo che dirigeva il parto. Di ciò si ha contezza grazie a riprese video che riprendono tre diversi momenti, durante i quali veniva eseguita tale spinta sul fondo uterino”. Si tratta di una manovra che in passato veniva utilizzata, ma “oggi è soggetta a critiche posta la elevata frequenza di complicanze ad essa associata e la gravità delle medesime, basti pensare che in Spagna e in Inghilterra è vietata perché, secondo gli esperti, può causare seri danni come distacco della placenta, lesioni al fegato e alla milza e danni neurologici fino ad arrivare al decesso per il feto”.

Il video immortalato da Andrea Di Pietro mostra che vengono eseguite tre manovre alle 00.26, 00.27, 01.17. La prima di queste manovre sarebbe stata eseguita “in assenza di una ragionevole indicazione ed in presenza di controindicazioni assolute”. In pratica il dottore avrebbe fatto pressione sulla pancia quando ancora la dilatazione non era completa e la testolina di Nicole non si trovava nella posizione corretta. “Risulta dunque possibile -sostengono i consulenti- che la manovra di Kristeller abbia aggravato la sofferenza fetale ma questo dato non è certo, posto che non abbiamo alcun riscontro cardiotocografico”. Non possono valutare i cambiamenti dei battiti cardiaci della bambina perché non sarebbero stati eseguiti i tracciati. Nella cartella clinica non c’è traccia della manovra, né “è descritta la motivazione per la quale essa venne eseguita”.

Le indagini – che continuano – si fondano anche sulle dichiarazioni dei testimoni, sull’acquisizione del video del parto realizzato dal papà di Nicole e sull’analisi delle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza interna ed esterne della Clinica Gibiino. Queste ultime hanno permesso di ricostruire i vari momenti di quella notte maledetta. “La bambina è nata all’una e diciotto – racconta Alessandra Tasciotti – l’ambulanza della croce verde è arrivata alle 2.26, mentre la bambina è partita in ambulanza alle 3.06. Quindi dalle 2.26 alle 3.06 sono trascorsi quaranta minuti sui quali non è stata fatta ancora completa chiarezza”.

 

 


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