Nicosia e i rapporti con l'onorevole |Tra date di nascita false e inganni - Live Sicilia

Nicosia e i rapporti con l’onorevole |Tra date di nascita false e inganni

I carabinieri scoprono lo stratagemma dell'esponente dei Radicali in carcere. La deputata: "Non lo conosceva nessuno"

PALERMO – Quello di Antonino Nicosia sembra un percorso studiato a tavolino. Un piano, secondo l’accusa, di cui il legame con la deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero è una tappa decisiva. La conferma arriverebbe da un’informativa dei carabinieri del Ros che svela lo stratagemma adottato da Nicosia, tanto semplice quanto efficace, per entrare in carcere. Un giorno è stato smascherato da qualcuno che lo ha riconosciuto. È grazie al rapporto con la deputata, di cui ad un certo punto è divenuto assistente, che l’esponente agrigentino dei Radicali, arrestato nelle scorse settimane per mafia, è riuscito a fare visita ai detenuti di alcune carceri. Dietro i suoi ingressi nei penitenziari ci sarebbero intenti diversi rispetto a quelli portati avanti da chi si batte per i diritti dei detenuti.

In realtà era già riuscito ad entrarvi prima di conoscere l’onorevole di Liberi e Uguali poi passato a Italia Viva. Il 12 ottobre 2017 Nicosia faceva parte, infatti, della delegazione dei Radicali che visitò il carcere di Trapani. In quella occasione presentò un documento che indicava come data di nascita il 30 luglio 1971, mentre Nicosia è nato quattro giorni prima. Non solo, il numero del documento risultava intestato al figlio. Ecco perché inserendo quei dati nel sistema informatico non venivano fuori i suoi precedenti penali: Nicosia ha scontato una lunga condanna per droga. Sfortuna per lui che il responsabile delle guardie penitenziarie si ricordasse del suo volto nel periodo in cui era stato detenuto. E così il Dap gli ha impedito successivi accessi in carcere.

I carabinieri del Ros di Palermo hanno scoperto che anche il 19 aprile del 2017, “accreditato” dall’associazione ‘Nessuno Tocchi Caino’, Nicosia è entrato con una delegazione nel carcere Pagliarelli di Palermo, indicando come anno di nascita il 1961 e non il 1971. Negli anni più recenti Nicosia ha accompagnato Occhionero ad esempio all’Ucciardone e al Pagliarelli di Palermo, nelle carceri di Sciacca, Trapani e Agrigento. Tutte visite avvenute fra il 21 e il 22 dicembre del 2018. Si era presentato come assistente del deputato, ma il suo contratto di collaborazione in realtà è partito il primo gennaio successivo. Da qui l’accusa di falso contestata all’onorevole Occhionero.

Due invece gli accessi successivi alla nomina ad assistente per una cifra simbolica di 50 euro al mese: il primo nel carcere di Tolmezzo, dove ha incontrato, tra gli altri, il boss Filippo Giuttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro. In un successivo dialogo fra parenti del mafioso si faceva proprio riferimento all’incontro. Nel corso delle sommarie informazioni rese ai pubblici ministeri Paolo Guido, Calogero Ferrara e Francesca Dessì, lo scorso novembre, quando non era ancora stata iscritta negli registro degli indagati, Occhionero aveva spiegato che i penitenziari da visitare “li aveva scelti Nicosia”.

Fra i due è nato un rapporto che andava oltre il legame professionale e che si è rotto nell’aprile 2019. Perché? “Era molto evasivo su una serie di circostanze, non mi diceva dove si trovava, cambiava continuamente automobile, non amava le telefonate, preferiva quasi esclusivamente messaggi Whatsapp – ha dichiarato Occhionero -. A fine marzo, prima che partissimo per un viaggio in Armenia, avevo ricevuto una e-mail in cui un soggetto mi sollecitava al pagamento di una fattura di cui Nicosia era debitore. Risultava una carica di Nicosia in una società. Nicosia mi aveva detto c’era stato un errore”.

L’onorevole iniziò a dubitare della persona che aveva di fronte. Persino del suo curriculum. “Ho telefonato all’Università di Palermo per approfondire perché mi impediva di andarlo a trovare nonostante mi dicesse che vi si recava tutti i giorni dalle 11:30 alle 16:30 per le lezioni, alle riunioni del collegio docente, al ricevimento. I tanti uffici dell’Università che avevo chiamato mi avevano risposto di non sapere chi fosse Antonino Nicosia. Anche all’Università della California (anche questa esperienza era inserita nel curriculum, ndr) era tutto falso”.

E tutte le volte in cui Nicosia le parlava di mafiosi, da Santo Sacco a Simone Mangiaracina? Occhionero ha toccato le corde dell’ingenuità, la sua: “Mi diceva di conoscerli in ragione delle materie trattate all’Università della California”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI