Niente vincoli per i negozi in centro? Lagalla: "Sarebbe una svolta"

Niente vincoli per i negozi in centro? Un coro di sì alla proposta in esame all’Ars

Ampio consenso da politica e associazioni di categoria
LA FINANZIARIA
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PALERMO – Roberto Lagalla approva la norma proposta nel maxi emendamento all’Ars, sponsorizzata in particolare dall’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, che andrebbe a rimuovere i vincoli per l’apertura di grandi negozi nei centri storici in Sicilia. Per il sindaco di Palermo questa modifica “rappresenterebbe una svolta” per la città.

“Ecco perché sarebbe una svolta”

Lagalla sottolinea che questa modifica “potrà rivitalizzare molte aree delle città siciliane“. “Mi aspetto – afferma – che l’arrivo di grandi firme, anche internazionali, possa contribuire ad aumentare i livelli occupazionali nell’Isola e i flussi turistici verso le nostre città. Per questa ragione, l’augurio è che la norma possa essere presto votata all’Ars (il prossimo appuntamento in aula è fissato per l’8 gennaio, ndr) per dare un cambio di marcia alle attività produttive siciliane, con la certezza che nuove aperture possano convivere con i negozi storici che rappresentano la tradizione dei nostri territori”, conclude il sindaco.

Di Dio (Confcommercio): “Sì all’emendamento”

Parere positivo anche da Confcommercio Palermo, attraverso le parole della sua presidente Patrizia Di Dio: “Diciamo sì, senza riserve, alla norma in discussione all’Ars con cui si prevede la possibilità di aumentare rispetto agli attuali 200 mq le autorizzazioni di vendita nei centri storici per il settore non alimentare – afferma Di Dio -. In questo modo, si abbatteranno i vincoli finora vigenti che hanno provocato un grave processo di desertificazione e verrà favorita l’apertura di attività commerciali di medie dimensioni superiori ai 200 mq. Questa è una norma fondamentale che permetterà di rivitalizzare i centri storici e darà linfa vitale anche alle piccole e micro attività che trarrebbero beneficio da una rinascita commerciale delle zone interessate. Sarebbe il miglior modo possibile per aprire il 2024 con maggiore fiducia nel futuro, creando prospettive di nuove opportunità di attività commerciali e di posti di lavoro”.
Confcommercio Palermo da anni chiede l’adeguamento alle superiori norme nazionali ed europee che già da tempo hanno liberalizzato il commercio al dettaglio. “A Palermo – aggiunge Di Dio – abbiamo l’esempio della centralissima via Roma, una strada che ormai sta andando incontro al fenomeno della desertificazione commerciale, dove una dopo l’altra le attività commerciali storiche stanno abbassando le saracinesche per sempre. Questa norma all’esame dell’Ars permetterebbe un cambio di marcia importante anche sotto l’aspetto occupazionale e stimolerebbe nuovi marchi del commercio a investire sui centri storici delle città siciliane”.

Posizione ribadita dal presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che parla di “presupposti per creare nuove opportunità sul fronte commerciale che si tradurrebbero pure in nuovi posti di lavoro”, con una inversione di tendenza rispetto al recente passato.

Albanese (Camera di Commercio): “Norma indispensabile”

Endorsment alla norma anche da parte di Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio Palermo – Enna. “Non può che far bene alle attività imprenditoriali e commerciali siciliane la norma che mette fine allo stop ai vincoli per l’apertura dei grandi negozi in tutti i centri storici delle città siciliane. Si tratta di una norma necessaria ed indispensabile che restituisce alle città, grandi o piccole che siano, vitalità, attrazione e soprattutto porta sana occupazione. Da anni imprenditori e associazioni di categoria chiedono di cambiare la norma e finalmente si arriva ad un risultato. Da anni abbiamo assistito, per esempio, alla desertificazione della via Roma a Palermo con centinaia di saracinesche abbassate, un panorama triste sia per l’importanza di una via storica che per il numero di occupati che negli anni è via via diminuito. Fenomeno che si è allargato, purtroppo, anche ad assi commerciali rilevanti di altre città”.

D’Agostino (Forza Italia): “Rafforziamo gli imprenditori”

Secondo il deputato regionale di Forza Italia, Nicola D’Agostino, “la proposta di legge sul Commercio rafforza gli imprenditori del settore, concede ai negozianti l’opportunità di ampliare la propria azienda, di migliorare la qualità della propria offerta, di avvicinarsi agli standard dei loro colleghi italiani. Insomma, un evidente passo avanti che porterà benefici anche ai Comuni perché sarà possibile rivitalizzare i centri storici, soprattutto delle città turistiche e pedonalizzate. Perché negare che il commercio ha necessità di riforme? Perché rimanere indietro rispetto al resto del Paese? Qui non si tratta neppure di pensare al futuro, ma a quel presente negato fino ad oggi ai commercianti siciliani, che rischieranno di ritrovarsi legati a schemi del passato ormai anacronistici”.

Il plauso della CamCom Sud Est

Anche Antonio Belcuore, commissario straordinario della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, interviene nel dibattito politico. “Non si può che plaudire alla norma che permette un adeguato dimensionamento delle attività commerciali, in special modo nei centri storici delle città siciliane. È una norma attesa da tempo, necessaria, indispensabile per adeguarci alle esigenze del commercio nazionale e contrastare le vendite on line. È una norma in linea con la voglia di fare e di crescere che pervade la gran parte degli imprenditori che operano già in Sicilia. La norma stimolerà la vitalità dei nostri centri storici, favorirà una crescita occupazionale sana e nuova e permetterà la riapertura di tante saracinesche, da anni tristemente abbassate”.

L’ok di Federdistribuzione

Federdistribuzione esprime apprezzamento per la prevista approvazione dell’emendamento sostenuto in particolare dall’assessore alle Attività produttive Tamajo. “Riteniamo che questa norma vada nella giusta direzione di modernizzare e semplificare lo sviluppo delle attività commerciali. Consentirà anche alle imprese locali di ogni dimensione di intervenire nel rivitalizzare molte aree delle città e dei centri storici, sostenendo nuovi investimenti e creando occupazione. È senz’altro un passo positivo che andrà a favore dei cittadini, ampliando le opportunità di scelta e di servizio”, ha dichiarato il presidente Carlo Alberto Buttarelli.

Il sindaco di Acireale: “Norma moderna e di sviluppo”

Anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, sposa la norma in attesa di approvazione. “La proposta – dice – palesemente agevola modernizzazione e sviluppo dell’intero commercio, piccolo o grande che sia, sia che riguardi le attività nei centri storici, che quelle più in periferia. È una occasione per tutti gli addetti del settore per rilanciare le proprie attività; per noi sindaci, che le vediamo soffrire, soprattutto nelle strade cittadine più importanti, la consideriamo una grande opportunità per migliorare gli assortimenti dei singoli negozi, per contrastare la concorrenza su Internet e per attrarre marchi importanti. Maggiore superficie di vendita significa maggiori opportunità. La Sicilia, peraltro inspiegabilmente, era rimasta indietro a tutto il resto d’Italia e d’Europa. I Centri commerciali non ottengono allargamenti, solo le piccole e medie superfici possono ingrandirsi e possono guardare al futuro con più ottimismo. Sarebbe utile giudicare la norma senza pregiudizi, soprattutto politici.

La Fisascat Cisl

“Da anni assistiamo alla fuga dei grandi marchi dalla città di Palermo, ora c’è la possibilità di invertire la tendenza attirandone di nuovi. Approvare la norma significherebbe mettere sul campo una concreta possibilità di rivitalizzare il centro storico, impegnandosi nella contestuale ricerca del punto di equilibrio fra i grandi marchi e le piccole botteghe, anche a conduzione artigianale. Tutti ne avrebbero beneficio”. A dichiararlo è Stefano Spitalieri, segretario generale della Fisascat Palermo-Trapani.
“L’arrivo dei grandi marchi nella nostra città – aggiunge Spitalieri – avrebbe riflessi positivi anche in termini di ricettività turistica in una città come Palermo sempre più meta di flussi nazionali e internazionali. Sarebbe un tassello della necessaria destagionalizzazione. A Palermo si può e si deve fare turismo dodici mesi l’anno”.


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