"No all'autonomia del Nord | Musumeci si faccia sentire" - Live Sicilia

“No all’autonomia del Nord | Musumeci si faccia sentire”

Parla Davide Faraone. "Il governatore si coordini con le altre regioni e dica no in consiglio dei ministri".

L'intervista
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4 min di lettura

Davide Faraone chiama alla riscossa le regioni del Sud contro i progetti autonomistici di quelle del Nord. Che se attuati, sostiene il segretario del Pd siciliano, porterebbero a una sorta di “secessione” di fatto. Il senatore chiede un impegno in tal senso al presidente della Regione Nello Musumeci.

“Io ho la sensazione – dice Faraone – che non si stia capendo la gravità del progetto che stanno mettendo in campo Lombardia, Veneto e Salvini, con effetti devastanti anche in campo culturale, in particolare la regionalizzazione dell’istruzione. Sommandosi alla Sanità, questo rischia di creare un enorme danno sociale”.

Cosa chiede il Pd?

“Io faccio un appello a tutte le forze politiche della Sicilia, senza distinzione di colore per un’opposizione trasversale”.

Il presidente della Regione però sembra che non sia contrario in linea di principio alla prospettiva di una maggiore autonomia delle regioni del Nord.

“Appunto. Io invece sono assolutamente contrario a questa impostazione. Credo che Musumeci dovrebbe convocare tutti i presidenti di regione che saranno vittime di questo processo secessionistico della Lega. Prima la secessione la gridavano e non facevano nulla, oggi dicono ‘prima gli italiani’ e stanno attuando la secessione”.

Non solo dalla Sicilia ma nemmeno dalle altre regioni del Sud sembra arrivare un allarme in tal senso. Come mai secondo lei?

“Io chiedo per questo che il presidente coordini un’azione univoca con le altre regioni. E che chieda di essere presente al consiglio dei ministri del 15 febbraio per manifestare contrarietà a questo progetto. Spero che lo faccia e che non sia il Musumeci di Pontida o quello che fa l’asse con Toti non si capisce per cosa”.

Ma perché una maggiore autonomia al Nord diventerebbe un danno per il Sud?

“Perché stiamo parlando di regioni che non stanno partendo da una condizione al pari della nostra. E facendo così si eliminano tutti gli elementi di perequazione che possono consentire al Mezzogiorno di partecipare per vincere. Qui si organizza una gara con regioni che partono qualche chilometro avanti. È un elemento disgregativo dell’unità nazionale. E lascia indietro le regioni che hanno meno entrate fiscali e che hanno una differenza di qualità dell’istruzione, che c’è e che io ho sperimentato quando ero al ministero”.

Lei insiste su questo tema dell’istruzione. È così centrale?

“Ho fatto il sottosegretario sia alla salute sia all’istruzione e ho notato la differenza tra un tema come l’istruzione, che è nazionale, e la salute dove c’è un potere dato quasi esclusivamente alle regioni. Quello che si è sperimentato è che magari c’è un farmaco oncologico che se nasci in Calabria non hai i soldi per pagarlo, se nasci in Lombardia magari lo hai gratis. Qui si vuole portare anche l’istruzione in quella direzione”.

Ma non è che un’iniziativa di ieri finirà per essere archiviata come una lamentela del Sud piagnone?

“No, questo non è un processo governato, è un processo che sostanzialmente mira a separare il Nord dal Sud del Paese. Noi avvieremo una campagna in tutto il territorio siciliano. E ci tengo a chiarire che questo non vuol dire essere per l’assistenzialismo, il punto non è che non vogliamo accettare la sfida dell’autonomia, il tema è che noi dobbiamo farlo ma con dei limiti: il primo è che alcune materie sono dello Stato, perché su queste si costruisce l’unità nazionale, il secondo è che bisogna costruire elementi di perequazione e di equilibrio, per consentire che la gara sia virtuosa e che noi possiamo correre alla pari, sennò noi corriamo con le ruote bucate e loro con la Ferrari”.

Come si spiega i bagni di folla Salvini al Sud, l’ultimo in Abruzzo, e il consenso crescente della Lega lontano dal Nord?

“Intanto io questo consenso voglio vederlo. Per ora si parla tanto di sondaggi e di piazza, ma ogni volta che la Lega si è presentata al Sud ha preso sonore bastonate. Dopo di che, noi dobbiamo fare un’ulteriore campagna, ricordare chi è Salvini e chi sono quelli della Lega Nord, cosa dicevano dei meridionali. Oggi non dicono più quelle cose ma le stano praticando. Tutto il monopolio dell’informazione è concentrato sulla Tav mentre non si parla affatto delle infrastrutture del Mezzogiorno che hanno elementi di deficit incredibili. La Lega, al di là delle chiacchiere, nel governo della cosa pubblica sta spostando tutti gli interessi sul Nord. Anche la quota 100 è uno strumento destinato ai pensionati del nord”.

Perché?

“Perché chi va in pensione prima e può permettersi un assegno più basso è uno che ha una pensione ricca e può serenamente prendere meno. A Sud le pensioni sono più basse, quota 100 è un fenomeno che riguarda soprattutto i pensionati del Centro-Nord, una cosa per ricchi. Si sono inventati lo spauracchio degli immigrati ma di fatto continuano a pensare a quegli interessi, in tuta mimetica. Perché questo governo invece non si preoccupa di fare della Sicilia una zona a zero tasse per le imprese che investono?”.


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