"La politica pensi all'impresa| non solo ai precari" - Live Sicilia

“La politica pensi all’impresa| non solo ai precari”

Intervista al presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. "In Sicilia quasi 500 mila aziende: quanto consenso guadagnerebbe un politico che scegliesse finalmente di occuparsi non solo di precari ma anche di imprese?"

antonello montante
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PALERMO – “Visto che la politica sembra non capirlo per altri versi, vorrei che almeno si rendesse conto che occuparsi dell’impresa ha anche una sua convenienza elettorale”. Antonello Montante, presidente della Confindustria siciliana reclama attenzione per il mondo delle Imprese. A partire dalla “nuova” finanziaria che il governo regionale dovrà approvare nei prossimi giorni.

A Ragusa, per un convegno nazionale su Sud e piccola industria, Montante sul palco ha usato parole molto nette: “Non basta esser onesti, serve la competenza”, mentre in prima fila lo ascoltava anche Rosario Crocetta.

Cosa intende quando dice che non basta essere onesti?

“Che accanto all’onestà serve la competenza delle persone di cui i politici si circondano. Che vanno scelte proprio in base alla competenza e non, mi permetta di usare questa parola, alla ‘comparanza’. Bisogna superare le logiche spartitorie, altrimenti non si va da nessuna parte”.

Si riferisce a qualcosa in particolare?

“Guardi, qui in Sicilia siamo arrivati al ‘tutti controllano tutti affinché nessuno faccia qualcosa’. Altro che Gattopardo… Come se non bastassero le contrapposizioni tra associazioni e sindacati o tra partiti e partiti, ora assistiamo anche a quelle interne allo stesso partito. Ribelliamoci a questo meccanismo bestiale. Se non superiamo questo clima di contrapposizione non c’è speranza”.

Come ha valutato l’impugnativa del commissario dello Stato che ha falcidiato la finanziaria?

“Non voglio commentare, ho il massimo rispetto delle istituzioni, ma voglio solo dire che oggi non possono pagare le imprese. Non chiediamo sussidi, solo l’attenzione che serve per permettere al debole tessuto delle imprese siciliane di resistere”

Nella ‘nuova’ finanziaria che il governo regionale dovrà predisporre dopo l’impugnativa chiedete che vengano ripristinate le misure in favore delle imprese che sono state impugnate?

“Già era poco quello che c’era. L’impressione è che quando si parla di impresa si pensa solo a mungere una mucca senza latte. Lo sviluppo deve essere una priorità assoluta. E quando parlo di sviluppo intendo aziende sane, lavoratori, ricchezza distribuita. È una miopia pensare semplicemente di resistere, e continuare con logiche clientelari. Concentriamoci sull’impresa, sulle micro imprese siciliane e sulla loro fragilità. Quei piccoli imprenditori sono dei lavoratori, che arrivano a suicidarsi per il senso di responsabilità verso i loro dipendenti”.

Lei ha detto a Livesicilia un anno fa che se si continua a pensare solo ai precari, si finirà per avere una Sicilia senza più imprese. Questa preoccupazione rispetto a un anno fa è ancora attuale.

“Visto che la politica sembra non capirlo per altri versi, vorrei che almeno si rendesse conto che occuparsi dell’impresa ha anche una sua convenienza elettorale. Ci sono quasi 500 mila imprese iscritte alle camere di commercio siciliane, parliamo di una platea di persone certamente più ampia di quella dei precari. Quanto consenso guadagnerebbe un politico che scegliesse finalmente di occuparsi non solo di precari ma anche di imprese? Non dico che non bisogna preoccuparsi dei precari o che si debbano lasciare persone per strada. Dico però che accanto a questo bisogna concentrarsi sulla progettualità in favore delle imprese. Che possono servire da traino anche per i precari”.


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