CATANIA. A terra sanguinante e, seppur cosciente, in stato di shock. Questa la descrizione, fornita in aula dal maresciallo dell’Arma dei carabinieri Giuseppe Sorbello, di quanto visto all’arrivo nell’officina meccanica di viale Immacolata a Riposto dove, la scorsa estate, il titolare, un 63enne di Mascali, è stato brutalmente aggredito da un cliente contrariato per la mancata riparazione della propria automobile. Alla sbarra, con l’accusa di tentato omicidio, il 49enne Mauro Lomazzo. Il militare, autore dell’informativa redatta lo scorso 7 luglio, dopo l’arresto dell’odierno imputato, è stato il primo testimone dell’accusa. Davanti alla terza sezione penale del tribunale di Catania, presieduta da Rosa Anna Castagnola, ha ricostruito in aula quei drammatici minuti, di poco successivi al pesante diverbio poi sfociato in violenza fisica. La vettura, che avrebbe dovuto essere consegnata nel corso della mattinata, non era pronta ed il 49enne, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe perso le staffe.
La vittima, sanguinante da un orecchio, avrebbe indicato ai carabinieri con gli occhi l’autore dell’aggressione, prima di essere trasportato all’ospedale di Cannizzaro di Catania, dove è rimasto a lungo ricoverato in prognosi riservata con un serio trauma cranico. Acquisita agli atti del fascicolo la foto dell’officina, come richiesto dal difensore di fiducia di Mauro Lomazzo, Enzo Iofrida. Il legale ha mostrato in aula la foto e ha chiesto al teste di indicare il punto esatto in cui il 63enne sarebbe stato rinvenuto a terra. Un particolare, importante per la tesi difensiva, che il maresciallo ha detto di non ricordare.
Altre due persone, tra cui la moglie di Mauro Lomazzo, avrebbero assistito al drammatico epilogo. Entrambe saliranno sul banco dei testimoni l’11 maggio, data fissata per la prossima udienza. Nello stesso giorno sarà sentita anche la vittima.