Siccità intervista all'assessore Barbagallo: come la affrontiamo

“Non è la peggiore siccità di sempre, l’anno prossimo andrà meglio”

Commenti

    Non si può sentire

    L’anno prossimo andrà meglio. Se lo dite ai nostri agricoltori vi risponderanno che peggio di com’è andata quest’anno non riescono ancora ad immaginarlo, ma per prudenza risponderanno che al peggio non c’è fine.
    A proposito di previsioni, chiamiamole così per comodità, gli agricoltori già lo scorso inverno, se non prima, paventarono cosa sarebbe accaduto. E una loro rappresentanza su trattori si è presentata davanti a D’Orleans per una manifestazione: “San Valentino con i trattori”. Era il 14 febbraio. Ma gli agricoltori non hanno avuto fortuna: sebbene la manifestazione fosse stata preannunciata, il presidente Schifani non si è fatto trovare. Il presidente si sarà detto: è San Valentino, va’ dove ti porta il cuore. E a un San Valentino con i trattori ha preferito un San Valentino più… confortevole. D’altra parte semel in anno…

    Sono indispensabili diversi chiarimenti e dei distinguo terminologico-concettuali, perché la gente tende a confondere “siccità” ed “effetti della siccità” e i media non fanno nulla per risolvere questa ignoranza, perché di solito gli stessi giornalisti sul tema hanno idee molto poco chiare . Cominciamo dalle basi. In un territorio c’è “siccità” quando, in un dato periodo, piove meno rispetto a quanto ci si aspettava che piovesse in base ad una media storica relativa al territorio stesso. Gli effetti della siccità, che possono perdurare anche quando la “siccità” (intesa in senso tecnico) finisce, sono invece i danni alle colture, alle riserve idriche etc. etc. Ebbene, fatti questi chiarimenti, va detto che: A) quella conclusasi circa 4 mesi fa non è la siccità peggiore di sempre verificatasi in Sicilia. Questo è un dato di fatto confermato dai dati relativi alle precipitazioni. Quella del 2002 è stata più grave, come pure quella dell’inizio anni ’90; B) Tuttavia, è probabile che questa siccità abbia prodotto EFFETTI più gravi rispetto alle precedenti, perché le temperature nell’ultimo anno sono state particolarmente elevate, il che ha favorito l’evaporazione e quindi l’essiccamento di riserve idriche e suoli, come pure il rapido assorbimento delle piogge.
    Occorrono ulteriori chiarimenti concettuali: A) La fase siccitosa conclusasi qualche tempo fa non è dipesa dal cambiamento climatico. Periodicamente, la Sicilia ha sempre conosciuto periodi siccitosi simili; B) L’innalzamento delle temperature, che ha reso gli effetti della siccità particolarmente gravi dipende dal cambiamento climatico.
    Infine va sottolineato che la siccità, in Sicilia, è terminata ad Aprile 2024. Lo spostamento di El Nino, al cui posizionamento questa fase siccitosa è stata imputabile, ha favorito il ritorno delle piogge. E attenzione, dire questo non significa eccedere in ottimismo. Del resto, a Maggio ed Agosto 2024 le precipitazioni sono state superiori alla media, a Luglio ed Agosto nella media. Ovviamente parliamo di mesi che in Sicilia sono tradizionalmente secchi, per cui è impensabile che fossero sufficienti a rimediare ai danni legati alla mancanza di piogge dei mesi precedenti. Dal punto di vista climatico, infatti, i problemi attuali sono figli della mancanza di piogge adeguate nel periodo Settembre 2023-Aprile 2024.
    Poi è ovvio che questi problemi conseguono anche dalla vergognosa mancanza di infrastrutture adeguate ad affrontare fasi siccitose. Ma questo è un discorso diverso.

    Correzione: ho scritto ” a Maggio ed Agosto 2024 le precipitazioni sono state superiori alla media, a Luglio ed Agosto nella media”. Volevo dire che le precipitazioni sono state nella media a Giugno e Luglio, e superiori alla media a Maggio e Agosto.

    Ho capito: l’assessore farà per tempo la danza della pioggia magari invocando manitu’!!!

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E allora? Dov'è la notizia se tutto rientra nella norma. Ebbene, questo è il mese dell'ipocrisia (avete presente la valanga di "auguri" urbi et orbi?), quindi ci sta tutto e calza a pennello lo stupore per il "caro voli" che, invece è un fatto ordinario e ricorrente. Che Natale sarebbe senza l'albero, il presepe, il panettone e i politici che si stracciano le vesti per il caro voli? E, ovviamente, l'informazione che torna a battere sugli stessi tasti, stavolta con la piccola variante del concorso. Ok, tranquilli, passerà. Ma tornerà puntualissimo a Pasqua, insieme alla colomba e alle uova. Insomma, qual è la novità?

Dopo quarant’anni di precariato strutturale, presentare l’aumento delle giornate lavorative come una “svolta storica” appare non solo insufficiente, ma profondamente offensivo per migliaia di lavoratrici e lavoratori forestali. Portare le giornate da 151 a 174, da 101 a 124 e da 78 a 101 non è una riforma: è l’ennesimo rattoppo su una ferita che la politica regionale sceglie consapevolmente di non curare. Si continua a parlare di “passo avanti” e di “gestione sostenibile del territorio”, ma si evita accuratamente di affrontare il nodo centrale: la stabilizzazione di chi da decenni garantisce la tutela dei boschi siciliani in condizioni di precarietà permanente. Migliaia di operai che ogni anno vengono richiamati al lavoro, formati, utilizzati e poi rimandati a casa, senza certezze, senza dignità, senza futuro.Dopo 40 anni, non è accettabile che la Regione Sicilia consideri un aumento di qualche settimana lavorativa come una concessione straordinaria. Non è rispetto, non è valorizzazione del lavoro, non è programmazione. È solo il rinvio dell’ennesima riforma annunciata e mai realizzata.Si parla di sostenibilità ambientale, ma non esiste sostenibilità senza sostenibilità sociale. Non si può difendere il territorio continuando a tenere in ostaggio chi quel territorio lo cura ogni giorno. La vera riforma sarebbe uscire definitivamente dal bacino del precariato, riconoscendo diritti, stabilità e dignità a lavoratori che hanno già ampiamente dimostrato il loro valore.Dopo quattro decenni di attese, promesse e sacrifici, questo emendamento non rappresenta un traguardo: rappresenta l’ennesima occasione mancata. E soprattutto, una grave mancanza di rispetto verso chi chiede solo ciò che gli spetta.

Cateno De Luca sforna nuovi movimenti e partitini con la stessa velocità e noncuranza con cui passa dalle invettive agli apprezzamenti per tornare di nuovo alle invettive. Le vicende che lo hanno visto altalenante nei rapporti con l'ologramma e la banda bassotti politica ne sono la prova. Attualmente il pendolo è tornato ad oscillare a sinistra, ma quelli non ne vogliono sapere e di tentare un'altra avventura in solitaria non è cosa. Perciò il soggetto si agita e prova a restare al centro dell'attenzione mediatica non potendo essere al centro della scena politica. Come gli finirà lo vedremo, ma la credibilità politica è uscita fortemente minata dalle tante scelte sbagliate che si stanno "mangiando" anche l'aura di bravo amministratore sulla quale ha fatto sempre affidamento.

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