"Non esiste solo la Gesip| Ci siamo anche noi" - Live Sicilia

“Non esiste solo la Gesip| Ci siamo anche noi”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Maria Caruso, una dei dipendenti della Ecolife, che dice al sindaco Orlando: "Ho capito che anche in quella che ci pregiamo definire società democratica, ci sono malati di serie A, malati di serie B e malati terminali".

LA LETTERA A ORLANDO
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Gentile Sig. Sindaco,

l’auspicio è che Lei abbia la possibilità di prestare un po’ di attenzione a queste poche righe, alla luce degli innumerevoli impegni che la Sua carica impone, tra i quali quelli riguardanti l’annosa vertenza della Gesip che Lei, più volte, ha detto “avere a cuore”.

E’ indubbio l’impegno da Lei profuso per cercare di risolvere la questione, di dare continuità ai servizi resi alla cittadinanza e, contestualmente, di garantire i livelli occupazionali dei 1800 lavoratori coinvolti.

Dalla stampa ho appreso che nel corso degli incontri avuti al Comune, Lei ha pubblicamente reso noto quanto contenuto in “un piano industriale Gesip” nel quale vengono elencati tutti i servizi che la stessa al momento eroga e di quelli che in futuro verranno aggiunti.

Fino a quel momento credevo che il “cancro della disoccupazione” fosse la “malattia sociale” più democratica del mondo ma quando, tra i servizi elencati, leggo “servizio pulizia degli autobus” ho capito che anche in quella che ci pregiamo definire società democratica, ci sono malati di serie A, malati di serie B e malati terminali con la sorte segnata e quel che peggio lasciati morire da soli.

Sindaco, da cittadina che paga le tasse, che ha sempre lavorato onestamente, che non ha mai rubato un solo centesimo, da madre di famiglia, lavoratrice, nonché a nome dei miei colleghi , Le chiedo il motivo per il quale, se è giusto com’è giusto, occuparsi e preoccuparsi del futuro dei 1800 lavoratori Gesip, nessuno deve pensare che esistono tanti altri padri-madri di famiglia, che hanno lo stesso diritto al lavoro, e con i quali nessuno “solidarizza”.

Con questa lettera, voglio rappresentarLe tutta l’angoscia e tutta la preoccupazione in cui siamo stati gettati per l’incertezza del futuro nostro e delle nostre famiglie, dettato dalla paura che il nostro lavoro ci venga tolto per darlo ad altri.

Non credo, Sindaco, che sia giusto innescare questa “guerra fratricida” o se preferisce “guerra tra i poveri” palermitani.

Questa lettera, è figlia della nostra preoccupazione e del nostro sgomento perché ci chiediamo come possiamo, pur non avendo colpa alcuna per quello che potrà succedere, guardare in faccia i nostri figli e spiegare che non sappiamo cosa sarà di loro, dei nostri progetti e del loro futuro.

Sig. Sindaco, vorrei ricordarLe che nella “emergenza Palermo” vanno annoverati tutti i cittadini che, oggi, rischiano il posto di lavoro e non solo parte di essi, pertanto confidando nella Sua sensibilità di Primo cittadino, Le chiedo di attivarsi sin da subito affinchè vengano tutelati tutti Iavoratori palermitani.

Il timore è che noi 40 (tutelati dall’Art. 4 del CCNL Imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi) + 1800 + etc etc……… , siamo vittime di un gioco perverso, che non mira alla risoluzione dei problemi ma che ha come unico obiettivo quello di raggiungere la data del 28 ottobre p.v. per sedersi nelle poltrone di Sala d’Ercole strumentalizzando, per l’ennesima volta, il bisogno e la disperazione della gente.

Maria Caruso


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