Non ha fatto il dirigente, il Comune condannato a risarcirlo - Live Sicilia

Non ha fatto il dirigente, il Comune condannato a risarcirlo

Ragioneria contro l'Avvocatura. Forello: "Colpa di Orlando"

PALERMO – Il comune di Palermo perde la causa con il suo ex funzionario Mario Li Castri e adesso, quello che secondo la Ragioneria generale è un vero e proprio danno erariale, potrebbe ingrandirsi a dismisura. A Sala delle Lapidi sta per arrivare un nuovo (ed ennesimo) debito fuori bilancio: quasi 140 mila euro che Palazzo delle Aquile deve versare a Mario Li Castri, fino a qualche mese fa funzionario (si è dimesso) ma soprattutto ex dirigente a tempo determinato, al centro di alcune inchieste giudiziarie (scollegate con la vicenda in questione) e già uomo di fiducia del sindaco Orlando e del vicesindaco Arcuri.

La vicenda risale al 2015, quando la giunta nomina dirigenti tecnici e contabili a tempo determinato nelle more di un concorso che non si è ancora concluso: incarichi che vengono rinnovati l’anno dopo ma che terminano prima della scadenza prevista e per la precisione il 31 luglio 2017, per un totale di 23 mesi. Li Castri si è così rivolto al giudice rifacendosi a una sentenza della Corte di Cassazione che equipara i dirigenti a contratto a quelli a tempo indeterminato, fissando la durata dell’incarico in 36 mesi: una tesi che il giudice ha sposato, condannando il comune a risarcire Li Castri per i mesi di “non lavoro”, durante i quali avrebbe potuto lavorare altrove (era funzionario part-time) se avesse saputo prima che il mandato sarebbe durato meno del previsto. Il problema è che adesso anche gli altri ex dirigenti potrebbero fare altrettanto, chiedendo i danni.

Ma la vicenda rischia di avere anche altri risvolti. Il Comune infatti non ha fatto appello e la sentenza è così divenuta esecutiva: una scelta dovuta a una precisa indicazione dell’Avvocatura comunale che però la Ragioneria generale, in un lungo e articolato parere, dice di non condividere. Secondo gli uffici di via Roma ci sarebbero “profili di irregolarità suscettibili di configurare una chiara ipotesi di danno erariale”, con tanto di segnalazione dovuta alla Procura della Corte dei Conti per accertare “relative responsabilità personali”. “Il Comune – si legge nel parere – è

chiamato alla corresponsione di una somma per una prestazione lavorativa dirigenziale mai prestata e dalla quale, dunque, la collettività amministrata non ha ricavato alcuna utilità”. Il debito andrà comunque approvato, perché la sentenza ormai è esecutiva, ma secondo la Ragioneria il danno erariale c’è e qualcuno dovrà risponderne. Gli uffici contabili in poche parole contestano la sentenza della Corte di Cassazione che applica agli enti locali una disciplina dei contratti che secondo la Ragioneria sarebbe errata: chiedono di non applicarla, anche se sul punto sia un giudice di primo grado, sia l’Avvocatura sostengono il contrario.

Ma al di là delle questioni legali, il debito c’è e qualcuno dovrà pagarlo. “È un debito fuori bilancio scandaloso di cui dovrebbe rispondere, sia dal punto di vista politico che patrimoniale, il sindaco – dice Ugo Forello di Oso – E’ lui infatti che ha scelto ‘quale suo dirigente di estrema fiducia’ l’architetto Li Castri. Adesso anche a causa dell’ incomprensibile e scellerata scelta dell’avvocatura, il Comune rischia di subire azioni di risarcimento dagli altri dirigenti “intuitus personae” ; si rischia un danno di oltre un milione di euro per attività dirigenziali mai svolte”.

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