Il mea culpa di don Nuvola in cella |"Chiedo scusa per ciò che ho fatto" - Live Sicilia

Il mea culpa di don Nuvola in cella |”Chiedo scusa per ciò che ho fatto”

I pubblici ministeri di Palermo gli contestano di avere avuto rapporti sessuali con altri due minorenni. Ma il sacerdote respinge le nuove accuse. E si scusa con tutti con i fedeli e i familiari.

PROSTITUZIONE MINORILE
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PALERMO – Gli contestano di avere avuto rapporti sessuali con altri due minorenni. Ma lui nega. Don Aldo Nuvola respinge le nuove accuse che i pubblici ministeri sono andati a contestargli in carcere. Millanterie di giovani dediti alla prostituzione che si vantano di quel cliente insolito qual è un sacerdote. O meglio, era sacerdote visto che l’ex parroco di regina Pacis è stato sospeso a divinis.

Davanti ai pubblici ministeri Calogero Ferrara e Diana Russo il sacerdote, in cella dal luglio scorso, si è mostrato tranquillo. Non lo turbano le nuove accuse piuttosto chiede scusa per quello che ha fatto, per i dispiaceri “ai miei superiori, alla mia famiglia, ai fedeli, alle persone che mi vogliono bene”. La linea di difesa del sacerdote non cambia. Nei 45 minuti di interrogatorio all’Ucciardone ammette di avere avuto rapporti sessuali con un solo ragazzo, che però credeva fosse maggiorenne. I pm stavolta non sono tornati sul suo coinvolgimento, seppure marginale, nell’omicidio di Massimo Pandolfo. Il sacerdote aveva già smentito il diciassettenne reo confesso del delitto che aveva riferito di avere parlato con don Nuvola dell’uomo massacrato a coltellate nella zona di Acqua dei Corsari. Tutto falso, ha detto don Nuvola.

Il sacerdote è accusato di induzione alla prostituzione minorile. Sta accettando il carcere, come lui stesso ha detto e come ribadiscono i suoi legali, gli avvocati Nino Caleca, Mario Zito e Marcello Montalbano. I difensori hanno incaricato uno psichiatra per stabilire le condizioni psicologiche dell’indagato e chiedere eventualmente un percorso alternativo al carcere.

Nuvola vuole guarire. Il prete poco più di un anno fa era stato condannato per aver offerto soldi a un diciassettenne in cambio di una prestazione sessuale. Un anno e mezzo di carcere, pena sospesa. Poi, è caduto di nuovo nell’errore. Sui ripetuti rapporti sessuali con i minorenni in cambio di poche decine di euro, il sacerdote ha confermato un solo episodio. Sugli altri si è limitato a dire di avere soltanto cercato di capire fino a che punto gli stessi ragazzi potessero spingersi con le richieste di denaro. Sul perché di quei suoi continui giri notturni per le strade battute da chi vende il proprio, Nuvola ha spiegato che cercava solo affetto per contrastare la solitudine.

 


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