“I miei sentimenti di amicizia per Cuffaro appartengono a me come uomo e come cristiano. Non li ho mai rinnegati e non li rinnego. Se Lombardo, che con Cuffaro ha amministrato, ritiene ora di essergli estraneo sono affari suoi e della sua coscienza”. Pierferdinando Casini non vuole polemizzare col presidente della Regione e risponde così alla domanda di Live Sicilia sui ripetuti riferimenti di Raffaele Lombardo all’Udc e agli anni di governo Cuffaro. Il leader dei centristi, a Catania per sancire il fidanzamento con il movimento di Lino Leanza, che si è federato con l’Udc, lascia intendere di non volersi fare trascinare in una rissa verbale da campagna elettorale e liquida Lombardo come acqua passata. “La partita è finita, ormai ha detto che si dimette il 31 luglio, ora bisogna guardare al futuro”. E la querelle default sì-default no? “Il governo Monti grazie ai soldi che ha dato consentirà di pagare gli stipendi. Le altre cose non ci interessano, sono polemiche”.
Lombardo ha chiesto un confronto pubblico con lui. Casini risponde così: “A Lombardo non ho niente da dire, lui va per la sua strada, noi per la nostra”. Eppure, quando mancano tre mesi alle elezioni, i siciliani non hanno ancora idea di quali saranno le coalizioni che si sfideranno alle Regionali. “Non ne abbiamo idea neanche noi – allarga le braccia -. Ci stiamo confrontando con le altre forze politiche. Per noi la priorità è il programma”. E’ il Pd il primo interlocutore? “Vediamo cosa dirà il Partito democratico”. Nulla di deciso, insomma, tranne la lontananza da Lombardo, ma il tempo passa. E dal palco delle ciminiere l’altro nuovo arrivato dall’Mpa, Francesco Musotto, invita a far presto, perché la campagna elettorale è già iniziata. L’Udc vuole partire dal programma. Di candidature non si parla. Gianpiero D’Alia? “Abbiamo autorevolissime risorse interne, ma potremmo anche appoggiare altri, se ci saranno convergenze sul programma”, risponde Casini ai cronisti. Rosario Crocetta? “Non lo conosco, non sono siciliano, scusate”, risponde l’ex presidente della Camera con un sorriso. E col Pdl, chiede LiveSicilia, nell’Isola non ci parlate più? “Macchè, ho sentito Alfano fino a oggi…”.
Insomma, da Catania l’impressione è che le grandi manovre dei centristi siano ancora in corso. L’obiettivo di Casini è quello di creare una coalizione “seria e responsabile” con chi ci sta, per fare il bene della Sicilia in vista di un voto “che sarebbe stato un grave errore rimandare”. Accogliendo in casa Udc il movimento di Lino Leanza, Casini mette sul chi va là i suoi: “Se qualcuno dell’Udc che è venuto prima pensa di avere il diritto di primogenitura sbaglia, siamo tutti alla pari”. Un messaggio chiaro, per vincere quelle resistenze sul territorio che si sono registrate in questi giorni di fronte ai nuovi ingressi nel partito. “La nostra deve essere una casa aperta, che mette insieme il meglio della politica e della società civile”. Applausi dalla platea, dove, insieme al numeroso popolo di Lino Leanza (ben più di 1.500 persone in sala), siedono deputati regionali come Giuffrida, Lentini e Nicotra.
L’ex numero due di Lombardo è emozionatissimo all’inizio del suo lungo discorso, che spazia dal no ai voti dei mafiosi (“Meglio perdere le elezioni, quesi voti non ci servono”) al fair play verso i vecchi compagni di partito (“Faccio i miei auguri di cuore al nuovo coordinatore”). Leanza difende la scelta dell’uscita dall’Mpa: “Da tempo criticavamo certe scelte, sempre alla luce del sole”. E a Casini dice: “Facciamo un partito forte e federato”. Critica la paralisi amministrativa del governo Lombardo, i continui rimpasti, la mancanza si continuità nell’azione di governo. Critiche, ma con fair play democristiano. Come quello che sfodera Gianpiero D’Alia “Se Lombardo porterà in Auia provvedimenti che fanno il bene della Sicilia, li voteremo”. Casini esprime lo stesso concetto, ma con una puntualizzazione: “Se Lombardo, il suo vice e l’assessore al Bilancio presentano un provvedimento sulla spending review, serio e senza giochi di bussolotti, lo votiamo”.