Nuovi documenti depositati al processo Mori - Live Sicilia

Nuovi documenti depositati al processo Mori

La perquisizione a casa di Ciancimino jr
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La procura di Palermo ha depositato nuovi atti di indagine al processo al generale dell’Arma Mario Mori, accusato di favoreggiamento aggravato alla mafia e ora indagato per concorso in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa del ’92 tra Stato e Cosa nostra. Nella cancelleria della quarta sezione del tribunale, che celebra il dibattimento, sono stati depositati, a disposizione della difesa dell’imputato, i verbali di interrogatorio di due sottufficiali dell’Arma che confermerebbero che ci sarebbero state anomalie e “strani passaggi di documenti” durante la perquisizione fatta, nel 2005, dai carabinieri, guidati dal capitano Antonello Angeli, nell’abitazione di Massimo Ciancimino.

Secondo gli inquirenti, che indagano Angeli per attentato a Corpo politico dello Stato, i militari dell’Arma non avrebbero aperto dolosamente la cassaforte della casa del figlio dell’ex sindaco mafioso in cui era custodito il papello, il documento in cui Totò Riina faceva le sue richieste allo Stato. L’omissione si inquadrerebbe, secondo l’accusa, proprio nella presunta trattativa che vede indagato anche Mori “regista”, a dire della Procura, dell’accordo con Cosa nostra per porre fine alle stragi.

I pm hanno anche depositato due verbali di interrogatorio dei generali dell’Arma Francesco Delfino e Giuseppe Taormina che hanno smentito alcune dichiarazioni rese, al processo Mori, dall’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli che aveva detto di essersi lamentato con entrambi di alcuni comportamenti dei carabinieri del Ros di cui l’imputato era vicecomandante. Gli alti ufficiali hanno negato che l’ex Guardasigilli avesse espresso perplessità sul raggruppamento operativo. Tra gli atti depositati anche un verbale di interrogatorio reso da Mori al magistrato fiorentino della dna Gabriele Chelazzi l’11 aprile del 2003. Chelazzi indagava sulle stragi mafiose del ’93. Infine, nel dibattimento potrebbe confluire l’intervista rilasciata ad un quotidiano dall’ex pm di Palermo Alfonso Sabella che denunciava anomalie nelle ricerche del boss Bernardo Provenzano.


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