CATANIA – Agosto si chiude con uno sbarco. Questo mese dell’estate 2013 a Catania sarà ricordato per l’emergenza migranti. Un nuovo barcone, il terzo in meno di tre settimane, è arrivato questa mattina a Catania: alle 9 è approdato al porto di Catania rimorchiato dai militari delle Fiamme Gialle. Sono 110 i migranti, tra siriani ed egiziani, che sono stati assistiti dai soccorritori che li hanno visitati e rinfocillati. Sono tutti di sesso maschile e oltre il 50% sono minorenni.
L’AVVISTAMENTO – La Guardia di Finanza ha intercettato la barca nella notte a largo del golfo di Catania, precisamente davanti alle coste di Capo Mulini, frazione di Acireale. I finanzieri del Gruppo aeronavale di Messina hanno intercettato i migranti all’1:35; alle 6.15, quando l’imbarcazione è arrivata in acque territoriali nazionali, i militari hanno affiancato l’imbarcazione e l’hanno condotta al porto etneo, accompagnati da due vedette della Guardia Costiera.
I SOCCORSI. Ad attendere i migranti il personale medico e paramedico del 118 che con il coordinamento della Prefettura di Catania e il supporto delle associazioni di volontariato di protezione civile e Misericordia hanno effettuato la visita di controllo ai 110 migranti. Due sono stati ricoverati al Vittorio Emanuele di Catania, per uno addirittura è stato necessario un trasporto d’urgenza attraverso la Guardia Costiera che lo ha fatto arrivare con un mezzo di soccorso mezz’ora prima degli altri 109. Una volta sbarcati un’ambulanza ha trasportato al nosocomio di Via Plebiscito anche un’altra persona che presentava una crisi ipoglicemica. “Il 118 ha preso immediatamente in mano la funzione 2, quindi la sanità – ha affermato ai microfoni di LiveSiciliaCatania – Isabella Bortoli, dirigente del Seus 118 – e partito il nostro piano di massima emergenza. Si tratta di 110 persone, per due è stato necessario il ricovero, ma le loro condizioni non restano particolare preoccupazione. Per il resto si tratta di casi di disatrazione e ipotermia. Voglio sottolineare che tutte le forze del volontariato sono state pronte ad affrontare l’emergenza”.
L’IDENTIFICAZIONE – Una volta visitati i 110 migranti sono stati trasferiti con dei pulman al PalaCannizzaro, luogo reso disponibile dalla Provincia per l’accoglienza temporanea. Il commissario Antonietta Liotta ha risposto immediatamente alla richiesta inoltrata direttamente dal vicesindaco di Catania, Marco Consoli. Al palazzetto dello sport si procederà con l’ascolto degli immigrati e seguendo l’iter previsto dalla normativa europea sull’immigrazione sarà effettuata la foto identificazione. Una volta terminato “il protocollo” i migranti adulti saranno trasferiti nei centri di accoglienza, mentre i minori in strutture idonee.
IL COORDINAMENTO.Sul posto oltre ai militari delle Fiamme Gialle, della Guardia Costiera anche agenti della Squadra Mobile, i Carabinieri della Compagnia di Fontanarossa e i Vigili del Fuoco. A coordinare il lavoro la prefettura supportata anche dai servizi comunali di Catania, presente anche l’assessore comunale al ramo Fiorentino Trojano che ha garantito il “massimo apporto alla macchina per le proprie competenze. A fornire i pasti – ha aggiunto – sono la mensa della cooperativa Salute e benessere che normalmente si occupa dei senzatetto e la Caritas. È stata poi attivata in Sicilia e in tutt’Italia la ricerca delle Comunità in cui ospitare i minori, che sono una novantina. Con la collaborazione della Croce rossa, infine, ci occuperemo di accompagnarli nelle strutture scelte”. Il PalaCannizzaro è stato “arredato – dichiara invece il Vicesindaco Consoli – con materassini ottenuti attraverso la Protezione Civile e il Cara di Mineo”.
SCATTA L’INDAGINE. La Procura guidata da Giovanni Salvi ha aperto un fascicolo “al fine di individuare gli scafisti responsabili dell’illecito traffico di esseri umani”. A coordinare l’inchiesta il procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e il pm Andrea Bonomo, che questa mattina si sono recati sul posto. L’imbarcazione è stata prima analizzata dalla scientifica e dopo posta sotto sequestro. Dai primi rilievi sul barcone le fiamme gialle non hanno trovato nessun elemento utile: la strumentazione di bordo è stata sventrata e si ipotizza buttata in mare per evitare controlli anche sulla rotta percorsa, un elemento che poteva aiutare a localizzare la presunta “nave madre”. “Siamo nella fase preliminare delle indagini – spiega il procuratore aggiunto Patanè a LiveSiciliaCatania – ora si procederà tramite degli interpreti ad interrogare i migranti e a cercare di capire se ci sono tutti gli elementi per identificare i presunti scafisti”.
LE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI – L’ipotesi privilegiata è che anche questo sbarco abbia seguito le tecniche di quelli precedenti avvenuti in zona: una ‘nave madre’, sulla quale sono stati caricati i migranti nascosti nella stiva, abbandonati poi al largo della Sicilia su un vecchio barcone, come quello sequestrato oggi., che serve per arrivare nelle coste siciliane. Per la Procura di Catania questo tipo di traversata confermerebbe ancora una volta l’esistenza di una grossa organizzazione internazionale che gestisce le traversate di migranti nel Mediterraneo. Solo qualche giorno fa, ai microfoni di LivesiciliaCatania, i pm Michelangelo Patanè e Lucio Setola hanno spiegato che ogni sbarco fa guadagnare a queste organizzazioni circa 400 mila euro a traversata. Incassano, insomma, circa 4mila euro per ciascun migrante imbarcato che poi viene contattato da altri criminali che li procurano documenti per trasferirsi nella maggior parte dei casi nel Nord Europa.