(aggiornato al 3 marzo 2010) Il caso Coppone apre una profonda riflessione anche all’interno del Giornale di Sicilia. A ventiquattr’ore dalla lettera aperta firmata dall’ex collaboratrice del quotidiano (che pubblichiamo integralmente nell’articolo correlato) prende posizione il Comitato di redazione del Gds che in una lunga nota firmata Riccardo Arena e Filippo Mulè da un lato esprime, con qualche distinguo, solidarietà alla cronista, dall’altro però denuncia con forza l’atteggiamento dei vertici del Giornale di Sicilia. Il Cdr conferma che “l’aut aut di fronte al quale è stata messa Clelia Coppone riguarda decine di collaboratori del Giornale di Sicilia di Palermo, sfruttati e mal pagati” ma ammette anche di avere “le armi spuntate”, rendendosi conto “delle difficoltà, delle pressioni morali e materiali, e talora dei veri e propri ricatti cui sono o sono stati sottoposti coloro che contribuiscono a fare ogni giorno il giornale a basso costo”.
L’altro punto sul quale si focalizza la riflessione del Cdr del Giornale di Sicilia è la mancata adesione della stessa Coppone agli scioperi proclamati durante la trattativa per il rinnovo del contratto: “Noi ci auguriamo – scrive l’organismo sindacale di via Lincoln – che adesso Clelia, visto che probabilmente avrà avuto un ripensamento e che ha presentato un esposto all’Ordine, possa contribuire a fare chiarezza su quanto avvenne in occasione di quegli scioperi falliti”.
L’Ordine ha già annunciato che nella seduta del 13 marzo prossimo affronterà il caso Giornale di Sicilia. Su Facebook nel frattempo è stata creata una pagina di solidarietà alla cronista catanese che ha raccolto in poche ore centinaia di adesioni.
A seguire l’articolo pubblicato ieri da Livesicilia
“O con noi, o senza di noi”
E scoppia il caso al Giornale di Sicilia
di Accursio Sabella
Scoppia un caso al Giornale di Sicilia. Clelia Coppone, una collaboratrice che da sedici anni scrive per il quotidiano regionale, accusa colleghi e direzione: “Mi hanno messo con le spalle al muro”.
Motivo della rivendicazione, affidata a un’accorata lettera inviata al “suo” giornale, all’Ordine dei giornalisti e all’Assostampa è, secondo la cronista, la decisione del Gds di obbligarla a rinunciare a una collaborazione col settimanale Sicilia Oggi. Insomma, Clelia Coppone, che aveva un semplice rapporto di collaborazione col quotidiano di via Lincoln, avrebbe dovuto dire di “no” a chi le offriva un contratto. Altrimenti, addio al giornale nel quale lavorava dall’età di 17 anni.
Scoppia il caso, quindi. Ma non sarebbe l’unico. Al punto da convincere l’Ordine dei giornalisti a intervenire: “Si tratta di una vicenda poco chiara – afferma il presidente dell’Odg, Franco Nicastro – e ce ne occuperemo certamente. Tra l’altro, mi sono giunte altre segnalazioni in questo senso. Non si può chiedere un rapporto di esclusiva a un giornalista che, invece, svolge una semplice collaborazione. In questo lavoro – aggiunge – i colleghi spesso hanno bisogno di accumulare diverse collaborazioni per ottenere una retribuzione soddisfacente. Non si può lavorare di più per guadagnare di meno, questo mi sembra chiaro”.
L’Ordine interverrà, quindi, dapprima sentendo “il Cdr del Giornale di Sicilia. Quindi – conclude Nicastro – nella riunione di giorno 13, io stesso porterò la questione all’interno del Collegio. Ho il dovere di esaminare e illustrare questa vicenda. Poi prenderemo una decisione”.
Sorpreso, invece, il segretario dell’Assostampa Sicilia, Alberto Cicero: “Non sapevo nulla di questa lettera – spiega – e tra l’altro conosco bene la cronista, che non mi ha mai manifestato questo disagio”. Restano lo sfogo e la rabbia della giornalista, indirizzata anche verso il sindacato: “Clelia Coppone non è nemmeno iscritta al sindacato. E lei stessa, d’altra parte, nella lettera ammette di esser venuta meno a certi doveri deontologici, non prendendo parte agli scioperi indetti da Assostampa”. A detta di Cicero, quello di Clelia Coppone è un caso isolato: “Non ho mai ricevuto segnalazioni di questo tipo – spiega – nessun ‘aut aut’, o cose del genere. Certo, a volte quando ci sono quotidiani concorrenti accade che si chieda un impegno quasi esclusivo, ma in questa vicenda si tratterebbe del conflitto tra un quotidiano e un periodico, che non sta in piedi”. Oltre la lettera, però, il disagio di una categoria che non si sente protetta, tutelata: “Io non vorrei entrare nello specifico della vicenda – conclude Cicero – che chiarirò con la diretta interessata. Posso dire, però, che in questi anni si è assistito a un precariato selvaggio che non è più accettabile”.
Meno cauto, invece, Corrado Maiorca, direttore di Sicilia Oggi, il settimanale che aveva offerto un contratto a Clelia Coppone: “Chiamiamolo col suo nome – attacca – questo è un ricatto bello e buono. Un ricatto che non mi spiego, è come se l’elefante si mettesse contro il topolino. Tra l’altro – aggiunge – non si tratta nemmeno di un caso isolato. Tutti i nostri collaboratori di Siracusa, ad esempio, sono stati messi di fronte a questa scelta. E si tratta di gente che guadagna pochi euro. Invece mi risulta che giornalisti assunti abbiano invece consulenze molto ricche e uffici stampa importanti. Ed è una cosa davvero inaccettabile”.
Al di là delle prese di posizione, però, rimane, nero su bianco su una lettera, lo sfogo di una giornalista delusa: “Ho sentito Clelia – racconta Maiorca – è stanca, amareggiata. Quello che le ha fatto più male è stato il silenzio dei colleghi del giornale. Nessuno, a quanto pare, l’ha chiamata per esprimerle le propria solidarietà”.
(la redazione di Livesicilia ha provato a contattare la segreteria di direzione del Giornale di Sicilia per offrire l’opportunità di una replica. Non è arrivata alcuna risposta. Il nostro giornale è sempre a disposizione e in attesa di qualunque precisazione o contributo sulla vicenda).