Oikos stoppa i rifiuti palermitani |I legali: "Non sono a norma" - Live Sicilia

Oikos stoppa i rifiuti palermitani |I legali: “Non sono a norma”

"Nei rifiuti inviati dalla Rap c'era un residuo umido del 27% a fronte del 15% previsto dalla legge"

MOTTA SANT’ANASTASIA – Nelle 600 tonnellate di spazzatura inviate nel Catanese dalla Rap di Palermo e rifiutata dall’Oikos c’era un residuo umido del 27% a fronte del 15% previsto dalla legge, oltre a sostanze putrescibili e rifiuti non trattati. Lo hanno reso noto i legali della società che gestisce le discariche Valanghe d’inverno e Tiritì tra Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Nella discarica Valanga d’inverno continuano ad essere conferite 400 tonnellate di rifiuti che arrivano da paesi del Ragusano. Il sito ne contiene già un milione e mezzo di metri cubi e ne potrà ricevere ancora un milione. I dati sono stati rivelati durante una conferenza stampa che si è tenuta a conclusione di un sopralluogo riservato ai giornalisti nelle due discariche.

Iniziativa organizzata dall’Oikos contro quella che ha definito “le continue e gravi affermazioni rese nei riguardi della discarica e dei provvedimenti autorizzativi che ne consentono l’esercizio” e che le “impongono di denunciare la falsità dei rilievi mossi”. Contro questa “campagna di disinformazione” l’Oikos ha “sentito l’esigenza di un confronto di assoluta trasparenza con la stampa”. Per questo ha organizzato un sopralluogo nelle due discariche affinché “sia percepita, de visu, la gestione complessiva dell’impianto, il trattamento dei rifiuti e la loro gestione”.

L’Oikos ha ricordato che “il rinnovo da parte della Regione dell’Autorizzazione integrale ambientale (Aia) è giunto dopo un confronto anche con gli Enti territoriali” che, “direttamente o indirettamente”, sono stati “coinvolti” e “hanno potuto manifestare le loro posizioni formulando i loro rilievi nel più ampio e garantito contraddittorio”. La società ha infine “ribadito che l’impianto di discarica è quotidianamente monitorato dai professionisti” e che su questo l’Oikos deve “rendere conto agli organi pubblici che assolvono alla tutela dell’ambiente e mi riferisco, in particolare, all’Arpa, l’Agenzia pubblica preposta alla protezione ambientale”. (ANSA).

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