Omicidi ad Adrano, i 4 arresti e la faida tra clan mafiosi - Live Sicilia

Adrano, lo scontro tra clan all’origine di due omicidi di mafia VIDEO

I quattro arresti per fatti di sangue del 2008
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
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CATANIA – Quattro arresti per due omicidi di mafia nella zona di Adrano: è il risultato delle indagini che hanno portato in carcere Gianni Santangelo, Antonino Bulla, Salvatore Crimi e Alessio Samperi, accusati di essere esponenti dell’associazione mafiosa Santangelo – Taccuni, affiliata ai Santapaola.

Come si legge in un comunicato della Dda di Catania, che ha coordinato le indagini eseguite dalla squadra mobile etnea, i quattro adraniti, già detenuti per altri procedimenti giudiziari, sono ritenuti responsabili di due omicidi commessi ad Adrano nel 2008, con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà connesse alla loro partecipazione al clan mafioso Santangelo – Taccuni ed al fine di affermarne e ribadirne la supremazia sul territorio rispetto agli altri clan.

Gli omicidi del 2008 ad Adrano: Rosano

Le indagini hanno consentito di ricostruire la dinamica e individuare gli autori dell’omicidio di Francesco Rosano e di quello di Alfio Neri, inteso “pasta rattata”. Rosano fu colpito al volto e al torace da 13 colpi di pistola calibro 9 la mattina del 18 gennaio 2008, mentre era alla guida della sua auto in via Bruno ad Adrano, nei pressi della sua abitazione.

Sin da subito le indagini ipotizzarono che l’omicidio fosse una ritorsione del clan Santangelo – Taccuni in risposta al triplice omicidio di Daniele Crimi, Alfio Finocchiaro e Alfio Rosano, avvenuto ad Adrano il 27 luglio 2006. Per i tre omicidi gli esecutori materiali erano stati individuati nei fratelli Antonino e Alfredo Liotta e in Vincenzo Mazzone, i quali avevano come obiettivo privilegiato Alfio Rosano. Lo stesso Rosano infatti era esponente di spicco della famiglia Rosano, appartenente al clan Santangelo – Taccuni. Le indagini hanno accertato, in particolare, l’esistenza di stretti rapporti tra Francesco Rosano, vittima dell’omicidio del 15 gennaio 2008, e i responsabili del triplice omicidio avvenuto nel luglio 2006.

L’omicidio Neri

Alfio Neri fu ucciso da 6 colpi di pistola calibro 7,65 e calibro 38 nella tarda mattinata del 15 agosto 2008 mentre, alla guida del suo scooter in via Cattaneo ad Adrano, cercava di fuggire ai sicari. Le circostanze dell’agguato indicavano, anche in questo caso, come l’omicidio fosse ascrivibile a contrasti sorti tra le organizzazioni mafiose operanti nel comprensorio adranita.

In particolare, le indagini accertarono sin dal principio come il movente dell’omicidio fosse da ricondurre ad una ritorsione attuata dal clan Santangelo – Taccuni contro il gruppo di Francesco Coso, esponente di spicco dell’associazione mafiosa denominata clan Scalisi, articolazione adranita del clan mafioso catanese Laudani, al quale la vittima Alfio Neri era strettamente legato pur non essendo affiliato a quest’ultimo sodalizio mafioso.

Altresì, dalle attività d’indagine emersero forti contrasti tra il clan Santangelo – Taccuni ed il clan Scalisi, in cui Francesco Coco ricopriva all’epoca un ruolo centrale, maturati nell’ambito della riscossione delle estorsioni in pregiudizio di imprenditori e commercianti del locale mercato ortofrutticolo.

Le dichiarazioni e le indagini

Alle risultanze investigative acquisite nelle indagini effettuate nell’immediatezza dei due omicidi si sono aggiunte le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia adraniti, tra cui Giovanni La Rosa, Vincenzo Rosano, Francesco Rosano, Valerio Rosano, sia in sede di interrogatorio che durante apposite audizioni svoltesi in sede di incidente probatorio.

Ne è risultato un quadro probatorio, si legge nel comunicato della Dda etnea, che oltre a confermare il movente di entrambi gli omicidi ha fatto emergere, allo stato degli atti con riguardo alla fase processuale che non ha ancora consentito l’instaurazione del contraddittorio innanzi al Giudice, gravi indizi di colpevolezza a carico di Gianni Santangelo e Antonino Bulla quali esecutori materiali dell’omicidio di Francesco Rosano e a carico di Gianni Santangelo, Antonino Bulla, Salvatore Crimi e Alessio Samperi quali esecutori materiali dell’omicidio di Alfio Neri.


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