PALERMO – Sono gli unici che hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio per omicidio. Il processo a Giuseppe Lucido Libranti, Giuseppe Lombardo e Giuseppe Antonio Vassallo si aprirà in Corte di assise il prossimo 13 giugno.
L’anno scorso una raffica di arresti azzerò i clan mafiosi, svelando i piani di Cosa nostra in una grossa fetta della provincia di Palermo. Il mandamento di Camporeale aveva inglobato quelli di Partinico e San Giuseppe Jato. Tra aprile e ottobre del 2013 finirono in carcere 61 persone. La stragrande maggioranza degli imputati la settimana scorsa ha scelto l’abbreviato. Dalle indagini dei carabinieri del gruppo di Monreale venne fuori che i clan mafiosi avevano creato un organismo gerarchicamente superiore con l’obiettivo di coordinare le attività dei due mandamenti. Il ruolo chiave di supervisore sarebbe stato affidato ad Antonino Sciortino, originario di Camporeale. Ufficialmente faceva l’allevatore. Scarcerato nel 2011, dopo avere scontato una condanna a dodici anni, avrebbe preso il bastone del comando. Sarebbe stato lui a raccogliere le istanze che arrivavano dal territorio. E in particolare da Giuseppe Speciale e Salvatore Mulè che, secondo gli investigatori, reggevano le sorti rispettivamente a San Giuseppe Jato e Partinico.
Le indagini avrebbero fatto luce sulla lupara bianca di Giuseppe Billitteri, un venditore ambulante che avrebbe cercato di farsi strada nell’ambito mafuoso. Del delitto, contestato dai pm Francesco Del Bene, Sergio Demontis e Daniele Paci ai tre imputati ora rinviati a giudizio, ha parlato anche il collaboratore di giustizia Giuseppe Micalizzi. Il pentito ha pure condotto i carabinieri del Gruppo di Monreale nel punto dove sarebbe stato seppellito il cadavere di Billitteri. Neppure gli escavatori, però, sono serviti a riportare alla luce i resti. L’ipotesi è che qualcuno abbia spostato il corpo.
