Uccise il nipote per errore: condannato a 15 anni

Palermo, uccise il nipote al Cep per errore: condannato a 15 anni

Il bersaglio del colpi di pistola era un altro uomo

PALERMO – Uccise il nipote per errore al Cep nlla notte di santo Stefano del 2019. Giuseppe Lombardino è stato condannato a quindi anni di carcere, cinque in meno dei 20 chiesti dalla Procura. Il giudice per l’udienza preliminare Simone Alecci, il processo si volgeva con il rito abbreviato, ha concesso le attenuanti generiche all’imputato, su richiesta degli avvocati della difesa, Maria Teresa Nascè e Riccardo Ruta.

L’omicidio a colpi di pistola di Francesco Paolo Lombardino, carpentiere di 47 anni, fu ricostruito dagli investigatori della squadra mobile. Lo zio lo avrebbe colpito per sbaglio a pochi metri dalla sua abitazione dopo una lite in cui era coinvolto un terzo uomo, Carmelo Testagrossa, per questioni legate allo spaccio di droga.

Testagrossa schivò i colpi di pistola, uno dei quali raggiunse Francesco Paolo Lombardino alla gamba, provocandogli una gravissima emorragia. Lombardino poteva salvarsi. Fatale fu la scelta dei parenti di lasciarlo al pronto soccorso. Una chiamata al 118 avrebbe fatto guadagnare minuti preziosi.

Il carpentiere era sceso da casa per dare la caccia, assieme ad altri parenti, a Testagrossa, piccolo pusher che era andato sotto casa di Giuseppe Lombardino urlando e tirando pietre e bottiglie: ventiquattro ore prima era stato ferito con due coltellate. Per quel ferimento Testagrossa non si era recato in ospedale né aveva denunciato il suo aggressore.

L’accusa era rappresentata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dai sostituti Felice De Benedettis e Alfredo Gagliardi. Sullo sconto ha pesato anche l’atteggiamento collaborativo dell’imputato che dopo una iniziale chiusura raccontò come erano andati i fatti.


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