Rimini: guardia giurata siciliana uccide la moglie e poi si spara

Tragedia a Rimini: guardia giurata siciliana uccide la moglie e poi si spara

A trovare i corpi è stato il figlio adolescente: spunta l'ipotesi omicidio-suicidio
IL DRAMMA
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RIMINI – Un omicidio-suicidio, (questa al momento l’ipotesi più accreditata), è stato scoperto in un appartamento in via Gambalunga, al civico 72/74, nel centro storico di Rimini, tra il 17 e il 18 giugno. Le vittime sono marito e moglie: Gioacchino Leonardi, 50enne di origine siciliana, e Svetlana Ghenciu, 48enne moldava.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe impugnato la pistola, regolarmente detenuta per uso sportivo, e sparato alla moglie due colpi per poi rivolgere contro se stesso l’arma e sparare altri due colpi, togliendosi così la vita.

Le indagini

Le indagini, coordinate dal magistrato di turno Annadomenica Gallucci e affidate agli agenti della squadra mobile di Rimini, sono sono all’inizio.

A trovare i due corpi è stato il figlio adolescente della coppia che ha lanciato l’allarme nel tardo pomeriggio. Il ragazzino di 16 anni si trovava fuori di casa da circa 48 ore, avendo trascorso gli ultimi due giorni insieme alla fidanzata, e una volta arrivato nella palazzina ha trovato la porta dell’appartamento sbarrata. Quindi la richiesta di aiuto ai vicini. Insieme sono riusciti a forzare il portone con un martello e ad entrare nell’appartamento al terzo piano.

La scoperta

Agghiacciante la scena che il figlio e i vicini si sono trovati davanti: lei era stesa sul letto, mentre lui sarebbe stato trovato riverso sulla donna, con la pistola ancora in mano. Gioacchino lavorava come guardia giurata e pare che saltuariamente facesse anche il vigilantes, mentre Svetlana era dipendente in un panificio molto noto in città, il “Fellini”, e lavorava nel laboratorio come aiuto chef. La donna, tra l’altro, era allettata a causa di un intervento chirurgico recente per alleviare i dolori di un’ernia di cui soffriva. 

L’autopsia

L’autopsia aiuterà a ricostruire la dinamica dei fatti. Sul caso sono in corso degli accertamenti e, al momento, gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Restano ignoti i motivi, curioso il particolare che nessuno tra i condomini della palazzina abbia udito gli spari.

Dalle prime indagini – dirette dal vice questore aggiunto Dario Virgili – sembra infatti che i vicini non abbiano sentito rumori di spari o litigate. Nessuno tra i residenti della zona ha raccontato di aver udito urla o grida riconducibili a discussioni nei giorni precedenti all’accaduto. 

Dai primi riscontri è emerso che marito e moglie erano entrambi incensurati e del tutto sconosciuti alle forze dell’ordine, non risultano segnalazioni o denunce per maltrattamenti o violenze del marito nei confronti della moglie.


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