Ong, big ancora sotto inchiesta: favoreggiamento dell'immigrazione

Ong, big ancora sotto inchiesta: favoreggiamento dell’immigrazione

All'interno del processo taxi del mare
IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
di
3 min di lettura

TRAPANI – Accuse fondate e nessun rinvio alla Corte Costituzionale. Va dunque avanti senza intoppi l’udienza preliminare legata all’indagine di Sco e Squadra Mobile di Trapani sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reato per il quale sono indagati dinanzi al Gip del Tribunale di Trapani gli equipaggi di tre Ong, Jugend Rette, Save The Children e Medici Senza Frontiere.

L’udienza

Nell’udienza di ieri il giudice Samuele Corso, Gip del Tribunale di Trapani, ha respinto le due richieste precedentemente presentate dalle difese. Così, il giudice ha bloccato la possibilità di portare davanti alle giurisdizioni superiori competenti le gravi contraddizioni tra la tutela dei diritti fondamentali e la legislazione italiana, oltre che le direttive europee.

Una prima decisione è stata presa in merito all’istanza di rimessione alla Corte Costituzionale, che evidenziava gravi violazioni dei diritti garantiti dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, imposte dal paragrafo 12 della legge italiana sull’immigrazione e dal ‘Facilitators’ package’ dell’Ue.

Cancellaro: “Protezione delle frontiere ha prevalso sulla tutela dei diritti fondamentali”

Francesca Cancellaro, avvocata di Juventa: “Oggi (ieri ndr) in tribunale la protezione delle frontiere ha prevalso sulla tutela dei diritti fondamentali. Volevamo che le giurisdizioni superiori si pronunciassero una volta per tutte sull’equilibrio tra protezione delle frontiere e protezione degli esseri umani, ma il giudice ha negato a Iuventa e a tutti noi questa possibilità. La decisione è insoddisfacente tanto per l’esito quanto per le argomentazioni che la supportano ma di certo non ci fermeremo qui, la contestazione della disciplina europea e italiana sul favoreggiamento dell’immigrazione irregolare continuerà nelle aule di tribunale“.

Argomentazioni “irrilevanti”

Inoltre, il giudice ha ritenuto che alcune delle argomentazioni fossero “irrilevanti” per il processo: basando la sua decisione su elementi fattuali portati avanti nelle accuse contro gli imputati, e che sono state ribadite dai pm Maurizio Agnello, Brunella Sardoni e Giulia Mucaria.

Allison West, consulente legale senior dell’ECCHR: “La decisione del giudice di respingere l’istanza di rimessione costituzionale è un’occasione mancata per una revisione urgente e necessaria del reato di favoreggiamento dell’ingresso irregolare. In Italia e nell’UE, l’uso di questi quadri legislativi continua a legittimare la criminalizzazione dell’assistenza umanitaria e della solidarietà“.

De Pieri: “Decisione deludente, ma non è definitiva”

Elisa De Pieri, ricercatrice dell’ufficio regionale europeo di Amnesty International: “Con così tante persone a un livello di disperazione tale da rischiare la vita per accedere alla protezione e alla sicurezza in Europa, è urgente che si proceda a una riforma del reato di ‘favoreggiamento dell’immigrazione irregolare’, ma anche che si ponga immediatamente fine alla sua applicazione dannosa e scorretta nei confronti di persone che salvano vite umane. La decisione di oggi è deludente, ma non è definitiva. Continueremo a sostenere l’equipaggio di Juventa e i loro avvocati per ottenere un cambiamento sistemico a tutela degli atti di solidarietà“.

Le indagini

La seconda decisione dell’udienza ha riguardato la mancata traduzione della quasi totalità degli atti d’indagine. Il giudice si è attenuto alla giurisprudenza precedente e ha dichiarato che a suo parere “tutto è corretto”. Ancora una volta ha sbarrato la strada alla Corte di Giustizia Europea, ritenendo infondate le sollevate violazioni, da parte delle difese, del diritto sancito dall’Ue.

Canestrini: “Il tribunale ha perso un’altra occasione”

Nicola Canestrini, avvocato di Juventa: “Non sorprende che il tribunale abbia perso un’altra occasione per sostenere i diritti fondamentali: inoltre, nel negare la traduzione del 95% degli atti d’indagine, il tribunale non ha preso in considerazione il punto di vista degli imputati nel valutare quali documenti dovessero essere tradotti. Ma andremo avanti nonostante gli ostacoli“.

L’udienza preliminare proseguirà il 14 luglio.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI