Librino roccaforte dell'eroina |38 persone in manette - Live Sicilia

Librino roccaforte dell’eroina |38 persone in manette

Lo spaccio di marijuana, cocaina e eroina avveniva in viale Moncada a Librino. Tre piazze di spaccio gestite da tre clan diversi: Santapaola, Cappello e Cursoti Milanesi. LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Operazione Fort Apache
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CATANIA – Un’operazione imponente. Coinvolti tre clan catanesi: Santapaola-Ercolano, Cappello-Bonaccorsi e Cursoti Milanesi. Le tre cosche gestivano a Librino, al Viale Moncada 16, tre piazze di spaccio di marijuana, cocaina ed eroina ben distinte. Ogni organizzazione aveva i propri corrieri e i propri pusher, in “joint-venture” c’erano però le vedette chiamate a bonificare il territorio dalla possibile presenza di forze dell’ordine.

A capo di tre gruppi la Squadra Mobile ha identificato per i Cappello, Salvatore Tudisco detto Bla Bla e il sorvegliato speciale Angelo Guzzetta, per i Santapaola la famiglia Battaglia. Il referente per i Cursoti Milanesi è uno dei tre soggetti sfuggiti alla cattura nel corso del blitz, scattato nella notte, che ha permesso di assicurare alla giustizia 38 persone (LEGGI I NOMI).

Da Sin. Salvago, Longo, Salvi, Liguori

La Squadra Mobile diretta da Antonio Salvago ha eseguito un’ordinanza applicativa su delega della Procura di Catania. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, reati in materia di armi e intestazione fittizia di beni. Per alcuni di loro la Dda di Catania ha contestato anche l’aggravante di stampo mafioso. La retata antidroga della polizia è stata denominata Fort Apache: “L’abbiamo chiamata così –  ha detto il dirigente della Mobile in conferenza stampa – perché il civico 16 di viale Moncada era diventato una sorta di fortino della droga per i tre clan”.

Un momento dello spaccio

L’indagine capillare della polizia, coordinata dalla direzione investigativa antimafia guidata da Giovanni Salvi e condotta dal sostituto Rocco Liguori, ha riguardato l’arco temporale che va da marzo 2012 a giugno 2013. A supporto delle intercettazioni audio e video, gli investigatori hanno utilizzato le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, che avevano indicato il luogo “scelto” dai tre clan per diventare una piazza di spaccio “comune”.

L’introito giornaliero è stato stimato in 30 mila euro. Ogni gruppo aveva un distinto organigramma, con ruoli e competenze precise. Un soggetto preciso assumeva anche il ruolo di ragioniere: si occupava dei conti della piazza, in gergo della “resa” dello spaccio e gestiva la cassa comune, dove confluivano i proventi dell’attività illecita. I guadagni – è stato scoperto – servivano per pagare i salari ai picciotti e per sostenere le famiglie dei detenuti.

Invece del "paniere" della frutta, il secchio per consegnare la dose di droga

Un capitolo a parte merita la “gestione” Tudisco. Il gruppo aveva adottato un particolare metodo per la cessione delle dosi: tutto avveniva attraverso secchi di plastica legati a delle corde calate dai piani alti dell’immobile di Viale Moncada. Le immagini delle video riprese sono più che mai esplicite. E in questo modus operandi erano coinvolti molti spacciatori minorenni, che costituivano la cosiddetta manovalanza.

Al viale Moncada 16 si spacciava l’eroina. Il pm Rocco Liguori è stato chiaro: “Siamo riusciti a chiudere la piazza di spaccio dell’eroina più importante della Sicilia orientale”. Ipotesi supportate anche da quello che hanno raccontato gli acquirenti ai poliziotti. Le indagini in merito alla vendita di questo tipo di stupefacente sono state avviate anche a seguito di alcuni casi di decesso per overdose, in particolare 5. “Il primo risale – ha detto il magistrato della Dda – al 2008, un altro al 2009 e gli altri si sono susseguiti fino al 2012”.

Nel corso dell’esecuzione dell’ordinanza emessa dal Gip sono state sequestrate per via preventiva due fabbricati, un terreno, un chiosco bar, numerosi conti bancari e postali, 6 autovetture, 3 moto. Inoltre durante la retata a casa di Bernardo Tudisco sono stati ritrovati e sequestrati 32 mila euro in contanti. “Quanto è stato sequestrato – ha detto il procuratore Salvi – è riuscito a coprire quanto è stato speso in questa operazione per intercettazioni e altre attività di tipo tecnico investigativo”.

TURI TUDISCO E IL MITO DEL TRONO

 I PREZZI DELLA DROGA A LIBRINO

L’ORGANIGRAMMA DEI GRUPPI DI SPACCIO

 

 


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