Operazione "Santa Barbara": 20enne finisce in carcere - Live Sicilia

Operazione “Santa Barbara”: 20enne finisce in carcere

Graziano Stagnitti, all'epoca dei fatti era minorenne. Sono stati i carabinieri ad eseguire l'istanza di custodia cautelare in carcere.

Randazzo
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CATANIA. I carabinieri della Compagnia di Randazzo hanno eseguito la notte scorsa, su richiesta del GIP del Tribunale per i minorenni di Catania, una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 20enne Graziano Stagnitti, all’epoca dei fatti minorenne. Arresto che segue e conclude l’operazione denominata “Santa Barbara” con la quale i carabinieri, alla fine dello scorso mese di aprile, eseguirono quindici ordinanze di custodia cautelare, delle quali quattordici in carcere e una agli arresti domiciliari, oltre ad una misura cautelare  dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, emesse dall’Ufficio del GIP presso il Tribunale di Catania su richiesta della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di sedici soggetti legati alla consorteria mafiosa facente capo a Paolo Brunetto, con influenza sui territori di Castiglione di Sicilia, Giarre e Fiumefreddo, ai quali sono contestati a vario titolo i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito delle sostanze stupefacenti ed estorsione; si tratta di un’associazione armata legata all’organizzazione criminale catanese denominata Santapaola-Ercolano, dedita a delitti contro il patrimonio e al traffico di sostanze stupefacenti, attività finalizzate all’arricchimento del sodalizio, al controllo del territorio e all’acquisizione, controllo e gestione del tessuto economico locale.

Durante lo svolgimento delle investigazioni  i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Randazzo monitorarono le attività del sodalizio criminale e dei suoi associati. Le risultanze investigative confermarono in pieno la vitalità e l’operatività del clan, articolato nella classica struttura organizzata e verticistica il cui ruolo apicale è rivestito da Pietro Carmelo Oliveri, sul territorio di Giarre e Fiumefreddo, nonché da Vincenzo Lomonaco, sul territorio di Castiglione di Sicilia e zone limitrofe. Fu accertata, infatti, l’esistenza di un gruppo criminale operativo nel territorio da ultimo indicato, strettamente legato all’organizzazione di stampo mafioso facente capo a Paolo Brunetto, deceduto nel giugno 2013, attualmente retta da Oliveri Le attività investigative consentirono di accertare una serie di condotte estorsive poste in essere ai danni di aziende del settore vitivinicolo operanti nel territorio di Castiglione di Sicilia e zone limitrofe, condotte manifestatesi attraverso richieste di somme di denaro, l’imposizione forzata della cosiddetta “Guardiania”, ovvero l’assunzione di personale. Tali richieste spesso furono precedute da minacce ed atti di danneggiamento posti in essere all’interno delle aziende in questione. In particolare, la forza intimidatrice dell’organizzazione si manifestò con esplicita violenza, arrivando a piegare le resistenze delle aziende raggiunte da richieste estorsive mediante atti di danneggiamento consistiti nel taglio di alberi da frutto, quali ulivi e interi filari di viti. Le indagini altresì disvelarono l’esistenza di un’organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti anch’essa operante nei territori di Giarre, Castiglione di Sicilia e zone limitrofe, al cui vertice si posero gli stessi Vincenzo Lomonaco e Pietro Carmelo Oliveri, coadiuvati da altri indagati aventi il compito di cedere lo stupefacente al dettaglio. Gravi i reati contestati all’arrestato: Associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

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