CATANIA – Caldo torrido, vento e allarme incendi. Quanto accaduto in Grecia mette in allarme il corpo dei vigili del fuoco catanesi e, in particolare, l’Usb il cui rappresentante cittadino, Carmelo Barbagallo, lancia l’allarme, l’ennesimo, sulla scarsezza di mezzi e uomini in provincia di Catania e, dunque, sulle difficoltà che si avrebbero in caso di roghi estesi e prolungati come accaduto ne l Paese “culla della civiltà”. “Fortunatmante, solo il caso scongiura la tragedia – tuona Barbagallo. Ad oggi in Sicilia con mezzi obsoleti e pochi e senza personale abbiamo sempre grossi problemi a fronteggiare incendi boschivi e varie emergenze, siamo sotto organico e dimenticati dalle istituzioni e, ogni qualvolta passa l’evento, si spengono i riflettori”. E come dare torto al sindacalista che, da anni, denuncia lo stato di cose e, da altrettanto tempo, non riceve risposta. “In caso di evento di grande proporzioni – continua – non possiamo intervenire con pochi uomini e mezzi antiquati (ricordiamo che, in due occasioni – giugno e luglio- abbiamo dovuto chiedere aiuto addirittura ad altre regioni).
Occorrerebbero almeno 15 o 20 mila unità in più, secondo l’esponente sindacale. “La Usb Sicilia, ha consegnato vari documenti al ministro degli Interni, Matteo Salvini, al presidente della Regione Musumeci e al sottosegretario per l’Interno Stefano Candiani per segnalare le grosse criticità dell’isola, ed in generale anche dello stato di criticità in cui versano i vigili del fuoco italiani. Poco organico, in attesa dello sblocco delle assunzioni del personale precario, e mezzi vecchi, inefficienti e comunque insufficienti.
“Non si può affrontare l’emergenza con pochi uomini ed aspettare che arrivino da altre regioni, la Sicilia per peculiarità di territorio deve poter fronteggiare da se le emergenze, poi semmai, in seguito – speriamo mai- potrebbero arrivare le colonne mobili nazionali! Messina, Catania, Siracusa, Palermo, hanno territori a rischio e distanze proibitive a causa anche Delle comunicazioni obsolete! Noi vogliamo sicurezza – conclude – per la popolazione e per i lavoratori”.