Orlandiani, un altro flop elettorale |Niente seggio per Giambrone - Live Sicilia

Orlandiani, un altro flop elettorale |Niente seggio per Giambrone

Fabio Giambrone e Luoluca Orlando

Il braccio destro del sindaco non eletto. L'attacco di Crocetta su Facebook.

Palermo - Politiche 2018
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PALERMO – Il disastro orlandiano adesso è completo. Dopo l’epic fail delle Regionali, la frittata si è completata con le Politiche. Dove il delfino del sindaco, Fabio Giambrone, non è stato eletto, pagando per intero il risultato modesto delle liste dem nell’Isola. Una beffa figlia dei brutti scherzi del Rosatellum. Un pessimo viatico per il neo-dem Orlando, che con impressionante rapidità si è subito smarcato con una nota pilatesca. “E’ chiaramente necessario un significativo cambio di rotta politica e di ricostruzione del contatto con i cittadini. Un percorso al quale, da aderente al Pd, intendo dare il mio contributo”, ha detto il sindaco.

È il secondo clamoroso scivolone elettorale del Professore. Che ancora una volta, quando ci si muove fuori dalle mura cittadine, colleziona dispiaceri. Il flop c’era già stato alle Regionali, quando Orlando si era detto pronto ad allestire una lista di sindaci, si favoleggiava di un movimento che potesse portare il sette-otto per cento alla coalizione e garantire la permanenza degli alleati di sinistra. Che invece si dileguarono subito, così come i sindaci, di cui non si vide traccia, in quella che divenne la Lista Micari salvata solo grazie a un po’ di candidature tappabuchi gentilmente offerte da Rosario Crocetta.

Oggi, l’ex governatore grande nemico del sindaco, beffeggia Orlando sui social. “Coloro che vogliono fare fuori Renzi hanno un grande debito di gratitudine nei confronti di Leoluca Orlando – scrive Crocetta -. Anzi, un debito doppio, prima per per avere fatto straperdere alle elezioni regionali il Centrosinistra attraverso la candidatura di Micari ed adesso le elezioni poiitiche, consegnando al Pd la sconfitta più clamorosa d’Italia”.

La candidatura di Giambrone era maturata nel processo che aveva portato Orlando e i suoi ad aderire al Pd, via Davide Faraone. Un ingresso correntizio plasticamente raffigurato dalla prima riunione da quasi dem del gruppo vicino al sindaco tenuto proprio nella sede dell’associazione “Cambiamenti” del proconsole renziano. Che oggi è messo sul banco degli imputati dai ribelli del partito dopo il risultato disastroso dei dem in Sicilia. Un 11 per cento che riporta il principale partito della sinistra indietro di decenni. Nel collegio plurinominale di Giambrone il Pd non è certo andato peggio che altrove. Ma i soli quattro seggi a disposizione sono stati fatali al braccio destro del sindaco, che per candidarsi si era dimesso dalla presidenza della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Palermo, dove stava facendo bene, ottenendo numeri egregi per lo scalo di Punta Raisi.

La beffa è che dei tre capilista della Sicilia occidentale, due – faraoniani doc – l’hanno spuntata, solo Giambrone è rimasto fuori. Vanno in Parlamento Carmelo Miceli, segretario provinciale del partito, e Daniela Cardinale, figlia d’arte ormai al terzo mandato. A Palermo restano le macerie. Con un passo indietro rispetto alle Regionali, quando Pd, Sicilia Futura e Lista Micari in città presero circa 45mila voti, mentre a questo giro la lista Pd ne ha presi meno di 40mila. Ora c’è da ricostruire. E Orlando, tra gli architetti del crollo, si candida a proporre nuove ricette.

 


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