Orlando, Catanzaro e Faraone | Rifiuti: le tre guerre di Crocetta - Live Sicilia

Orlando, Catanzaro e Faraone | Rifiuti: le tre guerre di Crocetta

Le discariche di Siculiana e Bellolampo, il termovalorizzatore di Pace del Mela. I nuovi conflitti nel caos dell'immondizia siciliana.

PALERMO – I vertici del triangolo coincidono con Siculiana, Bellolampo e San Filippo del Mela. E circoscrivono il teatro della nuova guerra del governatore. La guerra dei rifiuti, per la precisione. Tra discariche chiuse e da requisire, tra micro-termovalorizzatori e mega-impianti. Leoluca Orlando, Giuseppe Catanzaro e Davide Faraone (fosse solo per il suo ruolo di rappresentante siculo del governo Renzi) sono i nuovi rivali, i nuovi avversari, ai quali Rosario Crocetta non ha risparmiato frecciate e attacchi violenti, durante una conferenza stampa nella quale ha respinto l’idea di una ordinanza frutto dei “diktat” romani, ma poi ha anche ammesso: “Il termovalorizzatore nel Messinese? Non è nei piani della Regione. Il governo nazionale chiarisca cosa vuole fare”.

La guerra di Siculiana

L'imprenditore Giuseppe Catanzaro

Intanto, quell’ordinanza ha portato, tra gli effetti pratici, alla chiusura della discarica di Siculiana. Quella, per intenderci, gestita dall’imprenditore Giuseppe Catanzaro, per anni tra i dirigenti di punta della Confindustria siciliana. E vicino storicamente ad Antonello Montante, l’ala dell’associazione che – dopo la polemica scissione con Marco Venturi – appare ancora la più vicina o la più gradita al governo regionale. E così, la “guerra” contro Catanzaro rischia di essere una schermaglia, o poco più. Un modo, in pratica, per consentire allo stesso Crocetta di presentarsi “più realista del re”. E disinnescare, così, le critiche a quella Confindustria che da tempo ormai giungono dal vero rivale del governatore, cioè Leoluca Orlando. Ma intanto, ecco le bordate nei confronti di Catanzaro: “Non è riuscito a dotarsi di un impianto di biostabilizzazione. Per quale motivo? L’ho chiamato anche la sera prima di firmare l’ordinanza e mi ha confermato che non intendeva nemmeno utilizzare quello mobile. A quel punto, ho chiuso la discarica: è finito il tempo delle deroghe e delle proroghe”. L’impianto “mobile” sarebbe necessario a colmare i 4-5 mesi indicati dalla Catanzaro costruzioni, come quelli necessari per la costruzione dell’impianto. La ditta, intanto, sceglie il silenzio. Ma filtra, da ambienti vicini a Catanzaro, una ricostruzione nella quale i ritardi sarebbero dovuti anche alla burocrazia regionale. Mentre i tempi richiesti per la costruzione del nuovo impianto – troppo brevi – sarebbero apparsi quasi pretestuosi.

Solo una “mossa”, allora, l’attacco del governatore? Possibile. Visto che in più occasioni, Crocetta ha ripetuto: “In tanti mi dicevano che volevo favorire Catanzaro, vi sto dimostrando che non è vero”. E da Palazzo d’Orleans filtrano persino le indiscrezioni relative a una presunta “trattativa” sulle tariffe che sarebbe stata messa sulla bilancia insieme alla costruzione del nuovo impianto. A rincarare la dose, oggi, il dirigente generale dei Rifiuti, Maurizio Pirillo. Anche se in questo caso la presa di posizione è apparsa più genuina: “Se io fossi un imprenditore come Catanzaro – ha detto – non esiterei a dotarmi di un impianto mobile che costa 15 mila euro al mese, visto che la conseguenza sarebbe quella della perdita di un fatturato da quasi 3 milioni di euro al mese”. E non va dimenticato che Pirillo era il più fidato (fu anche difeso pubblicamente) dirigente generale dell’ex assessore all’Energia Nicolò Marino, che a più riprese ha attaccato la Confindustria siciliana, con parole e concetti pesantissimi.

La guerra di Bellolampo

Renzi, Crocetta e Orlando

Insomma, vai a guardare bene, e scopri che forse il vero obiettivo della “guerra di Siculiana” non è Catanzaro, ma Leoluca Orlando. “Dovevo essere più cinico”, si è rammaricato oggi il governatore. Un rammarico provocatorio, ovviamente: “Avrei dovuto decidere che i Comuni conferissero tutti i propri rifiuti a Bellolampo. E poi avrei dovuto stare a guardare cosa succedeva”. E Crocetta ha chiarissimo il possibile esito di quella decisione: l’esplosione della discarica, non ancora pronta a gestire quella massa di rifiuti”. E il governatore, nell’incalzare Orlando, ha puntato anche su quello: “Non è possibile che la Rap ci debba mettere quattro mesi per organizzare i nuovi turni. Una cosa deve essere chiara: le logiche di requisizione valgono anche per Bellolampo. E noi siamo pronti a requisire la discarica”. Una ricostruzione respinta dal Comune di Palermo che ha attribuito alla Regione l’origine delle difficoltà della Rap, ma ha anche voluto rassicurare il governatore, tramite l’assessore all’ambiente Sergio Marino: “Nonostante si sia scelto di imporre il raggiungimento di obiettivi significativi in un mese di particolare criticità quale quello di agosto, – ha detto – il Comune di Palermo sarà in condizione di rispettare i pur gravosi limiti ed obiettivi stabiliti nella recente ordinanza della Regione”.

Respingendo così l’ombra della requisizione. Che sarebbe un vero e proprio smacco, per il sindaco del comune capoluogo “dove la differenziata è ferma all’otto per cento – insiste Crocetta – è normale?”. Quell’Orlando che è anche il presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni di Sicilia: “Ho sentito che i sindaci si lamentano – l’affondo di Crocetta – per gli eventuali costi da sostenere. Vorrei ricordare loro che la gestione delle discariche dipende dalle Srr, non dalla Regione. A questo punto, se vogliono, possono chiedermi di sospendere l’ordinanza e a quel punto potranno cavarsela da soli”. “Il Presidente della Regione – l’immediata replica di Orlando – parla come se in questi anni al governo ci fossero stati altri, come se una banda di sindaci avesse preso possesso della Regione e si fosse appropriata delle competenze altrui. Il governo regionale è l’unico che può trattare con Roma e che ha il potere di intervenire sull’impiantistica. Oggi – conclude il presidente di Anci – siamo al paradosso, con un presidente della Regione che non accettando i gravissimi limiti della propria azione di governo, punta il dito su altri”.

Ma sulle Srr, le società subentrate agli Ato, presto potrebbe calare la mannaia della Regione. In attesa della riforma dei rifiuti che – annuncia l’assessore all’Energia Contrafatto – ridurrà a un solo “ambito ottimale” le attuali 18 amministrazioni commissariate, qualche novità potrebbe giungere in via amministrativa. Con una specie di “commissariamento dei commissari” che non daranno presto risposte sulle dotazioni organiche.

La guerra di Pace del Mela

Il deputato regionale Santi Formica

“Su questa vicenda ammetto il mio imbarazzo”. La vicenda è quella che riguarda i nuovi termovalorizzatori di Sicilia. Uno, in particolare. Quello che potrebbe sorgere in seguito alla riconversione di una centrale Edipower a San Filippo del Mela. Una storia che ha già suscitato enormi polemiche, la reazione dei sindaci della zona, due referendum e anche la creazione di una sottocommissione d’indagine all’Ars, presieduta dal deputato Santi Formica. Secondo il deputato, l’ipotesi del mega-investimento favorirebbe la A2A, società che secondo il parlamentare sarebbe assai cara al premier Matteo Renzi. “Ma quel termovalorizzatore non è nei piani del governo”, ha ribadito Crocetta, rimandando la palla verso Roma: “Il governo nazionale chiarisca quali siano le sue intenzioni. Di certo, il mio governo la pensa diversamente”. In particolare, ha spiegato Crocetta, l’idea dell’esecutivo siciliano è quello di costruire cinque piccoli impianti, in corrispondenza delle discariche siciliane, in grado di bruciare le circa 700 mila tonnellate annue indicate come il fabbisogno dell’Isola. “Ma l’impianto di Pace del Mela – spiega Crocetta – avrebbe una portata di 500 mila tonnellate. Quanti rifiuti, secondo il governo centrale, dovremmo smaltire? Su questo investimento, attendo chiarimenti. Ma ammetto il mio imbarazzo”. La nuova guerra all’orizzonte, lungo il triangolo dei rifiuti, è quella contro “gli amici di Renzi”.


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