Il proprio candidato sindaco ha perso. Il partito, però, ha ottenuto un ottimo consenso, col 7,4% dei voti che lo colloca assai vicino al Partito democratico. E ora, quel “peso” può ricadere sulle prossime elezioni regionali, dove il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia pensa a un candidato che possa andare al di là e al di sopra dei partiti. Così come ha fatto, a Palermo, Leoluca Orlando “contro il centrodestra e contro Lombardo, proprio come noi”.
Senatore D’Alia, ha dichiarato che, se votasse a Palermo, sosterrebbe Orlando al ballottaggio. Sempre convinto?
“Certamente. L’operazione politica di Orlando oggi è molto simile alla nostra: è all’opposizione del governo regionale e distante dal vecchio centrodestra”.
Invece erano in tanti a sperare, con la candidatura di Costa, di far rinascere quel centrodestra.
“A noi non interessa affatto. Il nostro è un progetto alternativo alle vecchie divisioni tra centrodestra e centrosinistra che oggi evidentemente hanno fallito”.
Eppure, quella coalizione, dati alla mano, a Palermo ha pur sempre portato a casa oltre il 25%…
“Sì, ma riproporla alle Regionali significherebbe ripresentare ai siciliani una fotocopia sbiadita di vecchie formule. Noi siamo già oltre”.
E dove siete arrivati? Anche il Pd vi corteggia…
“E noi da tempo abbiamo un’interlocuzione aperta con i democratici…”.
Cosa manca perché il rapporto vada oltre l’interlocuzione?
“Siamo interessati a capire quali siano le reali valutazioni del Partito democratico sul governo Lombardo”.
Ma in quel governo siete stati anche voi fino a pochi mesi fa.
“Quando abbiamo certificato l’inefficacia di quell’azione, con grande coerenza abbiamo deciso di ritirare il nostro assessore”.
E voi vi aspettate, in qualche modo, che i democratici facciano lo stesso… Insomma, se il Pd “scarica” Lombardo potete iniziare a discutere?
“Diciamo di sì. Ma le alleanze innanzitutto dovranno partire dai programmi, nei quali dovranno essere chiaramente presenti tre temi: la lotta alla mafia, il risanamento finanziario e un patto con le forze sociali per la crescita della Sicilia”.
Magari con Gianpiero D’Alia governatore…
“Che sia D’Alia o sia un altro, non è importante. A noi interessa cosa potrà fare per la Sicilia la coalizione che andrà a governare”.
Insomma, oggi l’Udc sembra molto lontano dai vecchi alleati del Pdl…
“Anche Casini, quando è venuto a Palermo a sostenere Costa ha parlato di alleanza anomala. E io ho sempre precisato che attorno a quella candidatura s’era sottoscritto un patto civico, che speravo fosse più largo ancora”.
E che comprendesse anche gli altri partiti del Terzo polo…
“Bisognava compiere un’operazione nell’interesse della città. Qualcuno non c’è stato. Noi, dal canto nostro, siamo stati coerenti. Abbiamo scelto Costa e abbiamo continuato a stargli a fianco”.
Ma i risultati non sono stati eccezionali…
“Io credo, in realtà, che Costa non sia andato male. Penso invece che sia stato Orlando molto bravo ad assicurarsi i voti dei moderati. Basta guardare cosa hanno fatto gli altri…”
A chi si riferisce?
“Penso ad Alessandro Aricò, che ha ottenuto il 60% in meno delle preferenze delle liste che lo sostenevano. Anche se in questo caso, forse è intervenuto un altro fattore…”.
Vale a dire?
“Ovviamente il fatto che i voti di Lombardo sono confluiti su Ferrandelli…”.
A proposito di Lombardo, pochi giorni fa i partiti del cosiddetto “Terzo polo”, a parte voi, hanno creato il “Nuovo polo per la Sicilia”.
“Che novità… lo fanno spesso. Ma non significa proprio nulla, è una somma di piccole formazioni, senza un progetto unitario”.
Con le quali fino a poco tempo fa andavate a braccetto…
“Ci siamo resi conto in tempo, però, che il governo Lombardo non ha fatto altro che riproporre i vecchi vizi di quel centrodestra col quale abbiamo rotto”.
E il terzo polo, invece, che fine ha fatto?
“E’ morto. Lo ha detto anche Casini”.
Perché è morto? Cosa non ha funzionato?
“Quell’aggregazione non ha saputo intercettare il voto moderato. E il successo di Orlando è molto legato a questo aspetto”.
Vale a dire?
“Orlando ha saputo parlare al cuore dei moderati. È apparso subito credibile, convincente. E oggi la sua idea è sovrapponibile alla nostra: contro il centrodestra e contro Lombardo”.
Suona strano sentire un esponente dell’Udc lodare un esponente dell’Italia dei valori.
“Ma qui i partiti non c’entrano. È esattamente il contrario, anzi. Il successo di Orlando non è legato alla sua appartenenza all’Idv. Orlando ha sbaragliato gli avversari perché è riuscito a ottenere il 38% in più rispetto alla lista del suo partito”.
Insomma, Orlando vi ha convinto. E ora?
“Se Orlando diventerà sindaco, credo che avrà bisogno del più ampio consenso in consiglio comunale, visto che dovrà affrontare temi seri e molto complicati. L’Udc, col grande senso di responsabilità che lo contraddistingue, gli darà una mano”.
Per poi, magari, correre insieme alle Regionali, insieme al Pd?
“Per questi discorsi, mi creda, è ancora troppo presto”.