Il luogo dell’orrore è via Filippo Testa a Partinico. Giuseppe Cusumano, 34 anni, è stato ammazzato nel cortile di casa sua. All’interno di una palazzina in ristrutturazione. Fra tre giorni avrebbe dovuto sposarsi. Gli hanno sparato con una pistola. Due colpi lo hanno raggiunto alla spalla e alla testa. Il magistrato ha disposto l’autopsia sul cadavere mentre la scientifica è ancora al lavoro a caccia di tracce.
Un bravo ragazzo lo definiscono parenti e amici che sono stati interrogati dagli agenti della squadra mobile e del commissariato del popoloso centro in provincia di Palermo. Sulla sua vita, però, si addensano le ombre della malavita. In passato era stato arrestato per droga. Qualcuno gli aveva pure bruciato la macchina. Ed è nel mondo dello spaccio di droga che si scava per trovate movente e killer. Forse è stato un regolamento di conti.
Uno sgarro pagato con la vita. Oppure una discussione degenerata in tragedia. Non è una differenza da poco . Un delitto programmato necessita delle autorizzazioni dei boss che controllano il territorio anche se il delitto a una prima lettura sembra slegato dalle dinamiche di Cosa nostra. Il rischio dell’arrivo in massa dei poliziotti va calcolato.
Cusumano ufficialmente risulta disoccupato. Viveva di lavori saltuari. La futura moglie, vedova ancora prima del sì sull’altare, è casalinga. Una famiglia per bene la sua, dicono in paese.