Ortigia, Piccardo: "Dispiaciuto per le parole inopportune che ho detto" - Live Sicilia

Ortigia, Piccardo: “Dispiaciuto per le parole inopportune che ho detto”

"Sento il dovere di scusarmi con tutti"

SIRACUSA – Il Circolo Canottieri Ortigia, con riferimento all’episodio che, la sera dell’11 marzo, durante un time-out del match contro il Brescia, ha coinvolto mister Stefano Piccardo, ha comunicato integralmente il messaggio che l’allenatore ha voluto scrivere e rivolgere alla società, ai tifosi, alla FIN, alla Rai e a tutto l’ambiente della pallanuoto italiana.

Qui di seguito, il messaggio integrale scritto e firmato da mister Stefano Piccardo: “Durante l’incontro dei quarti di finale tra AN Brescia e Circolo Canottieri Ortigia, nel corso di un time-out da me richiesto, ho pronunciato parole inopportune, delle quali mi sono subito reso conto, pentito e dispiaciuto. Ci tengo a precisare che, data l’importanza e l’equilibrio della partita, mi sono lasciato trasportare dalla foga agonistica e dall’esigenza di farmi ascoltare dagli atleti, in quel frangente troppo nervosi.

Le mie parole, andate in onda su rete nazionale, non solo sono state idonee ad offendere la sensibilità di molti, ma costituiscono un pessimo esempio e non rispecchiano i canoni di fair play cui lo sport deve tendere ed educare. Voglio assicurare l’intero ambiente sportivo che un simile episodio, del tutto unico per quanto mi riguarda, non caratterizza né il mio stile abituale, né le esigenze educative che lo staff tecnico del Circolo Canottieri Ortigia, da me diretto, si prefigge verso i numerosi giovani iscritti.

Sento il dovere, dunque, di scusarmi innanzitutto con la società alla quale appartengo, con lo Sporting Quinto – società organizzatrice dell’evento – con tutte le società partecipanti, con la Federazione Italiana Nuoto, con Dario Di Gennaro e Francesco Postiglione, per aver creato loro imbarazzo durante la diretta televisiva, e con la RAI.

Mi dispiace profondamente di essere incappato in una simile caduta di stile, soprattutto per il fatto che non appartiene a me, alla mia famiglia né alla società per la quale lavoro con instancabile passione e abnegazione. Il rammarico è pari alla consapevolezza che l’episodio avrà un valore per la mia crescita professionale e umana, alla quale dedico ogni energia quotidiana”.


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