Palermitano linciato in Madagascar - Live Sicilia

Palermitano linciato in Madagascar

Roberto Gianfalla (foto tratta da Facebook)

Un uomo di origini palermitane è stato massacrato da una folla che lo riteneva responsabile di traffico d'organi. La sua storia.

La storia
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1 min di lettura

PALERMO- Era originario di Palermo, Roberto Gianfalla, l’italiano linciato ieri in Madagascar da una folla inferocita che lo accusava di essere responsabile, insieme ad altre due persone, di traffico d’organi. Dal capoluogo siciliano era partito anni fa. E in città, secondo alcuni suoi conoscenti, non avrebbe più alcun parente stretto. Il padre è morto da tempo e una sorella e un fratello vivono in Francia. Gianfalla era separato dalla moglie e padre di due figli. Una di loro abiterebbe in Toscana. “A Palermo viveva come un vagabondo – ricorda il gioiellerie Tullio Marceca che ha un negozio in via Meli – Abitava in una casa diroccata in un vicolo qui vicino. Era un ragazzo buono ma a volte perdeva il controllo. Noi lo abbiamo aiutato parecchie volte. Gli abbiamo comprato, cibo e vestiti e anche un fornellino a gas per cucinare”.

“Era disoccupato – aggiunge – e una volta gli trovai un lavoro in una pizzeria, vicino al mercato della Vucciria. Ma dopo un mese mollò perché diceva che era un mestiere troppo faticoso”. “Anche il padre di Roberto abitò in Francia – aggiunge Marceca – Con Gianfalla ci scambiavamo messaggi su Facebook e le ultime volte che ho avuto sue notizie mi disse che sarebbe andato in Madagascar”.


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