Palermo, addio alla voce del Capo: il racconto del dolore

Palermo, addio alla voce del Capo: il racconto del dolore

Ciao Capo. Noi ci riascolteremo.

Sono tante le voci di Palermo. Alcune belle, altre brutte. Gioacchino Caponetto, 59 anni, era una voce bellissima. La notizia della sua morte, perciò, ci ammutolisce. Era una voce bellissima e consueta che si sovrapponeva alle cose del giorno con profonda e felice leggerezza. Le nostre orecchie la trattengono. Il nostro cuore non vuole credere che si sia spenta.

Scrive sui social Mario Caminita, altra voce inscritta nel mito cittadino: “Siamo affranti, svuotati. Un’altra straziante perdita che lascia un insopportabile dolore. La Voce della Radio, il più longevo punto di riferimento per tutti noi che viviamo di radio, il nostro Gioacchino Caponetto è andato via questa notte. I pensieri e i ricordi si ammassano e le lacrime si mischiano alle risate dei tantissimi momenti trascorsi insieme. Non abbiamo ancora metabolizzato l’enorme perdita di Lello e adesso dovremo confrontarci con la tua assenza. In questo scatto un ricordo indelebile di uno dei momenti più intensi e di soddisfazione per l’uscita del tuo libro, ‘Capo cuore e pancia’. Un altro pezzo di cuore che non si risanerà mai più. È con i nostri sorrisi e con i nostri ricordi che rimarrai vivo per sempre, e non solo per noi, ma per tutti quelli che ti hanno amato e con la tua voce sono cresciuti. Fai buon viaggio amico mio. La Radio perde un altro alfiere insostituibile, noi abbiamo perso un altro amico. Ciao Grande Capo”. Lello era Lello Sanfilippo, altro indimenticabile.

La storia ci viene addosso nel momento in cui è dolorosamente attuale raccontarla. Caponetto era un inventore, un Archimede Pitagorico mai a corto di novità. E aveva messo insieme i giorni difficili con parole e immagini sul suo profilo social. La foto che pubblichiamo illumina un volto smagrito e magnifico, con una consapevole serenità che quasi lascia interdetti. Con uno sguardo già puntato su un altro orizzonte. Intanto, nel giardino fiorito di una memoria anticipata vengono seminati i ”Riposa in pace’, le benedizioni, i ringraziamenti e gli abbracci. E sono tutti amorevolmente e tragicamente veri. Domenico Cannizzaro, altro timbro nitido e familiare, anche lui, scrive: “Ciao CAPO Pure tu……con te se ne va un altro pezzo del mio cuore”.

‘Riposa in pace Capo’. Questo stanno scrivendo le mani che appartengono alle orecchie e al cuore che hanno ascoltato. Chi ha dovuto condividere il racconto di un dolore sa che la voce umana è la prima cosa che si dissolve nella memoria, perché appartiene all’eternità. Ma chi ha vissuto il suo racconto del dolore sa anche che, nel riflesso di ogni lacrima, si specchia una complicata e dolce speranza. Ciao Capo, uomo d’amore e di pancia. Nonostante il silenzio di adesso, noi ci riascolteremo.


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