Palermo, ahi che dolore! - Live Sicilia

Palermo, ahi che dolore!

Un Palermo orribile si è consegnato alla Roma e all'appetito di Zeman. Scelte sbagliate, atteggiamento rinunciatario. Ecco servito un quattro a uno che fa male. E che comunica una triste certezza ai tifosi rosanero: la salvezza quest'anno sarà come una scalata a piedi nudi.

Il processo del lunedì
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5 min di lettura
Palermo-roma (l'uscita di Ujkani sul secondo gol)

La papera del secondo gol giallorosso

PALERMO- Perdere 4-1 all’Olimpico dalla Roma ci può anche stare, ma non così! Immagino quale fosse lo stato d’animo dei pochi tifosi rosanero, presenti sugli spalti: secondo me, hanno provato vergogna, perché una cosa è perdere, un’altra essere umiliati. E quando non si lotta nemmeno, quando sembra che gli avversari si divertano prendendoci a pallate, cosa volete che contino 4, 5 o 6 gol sul groppone? Perché tutto è sembrato questo Roma-Palermo di ieri sera all’Olimpico, tranne che una partita vera tra due squadre di serie A. Perché una – la Roma – giocava, l’altra subiva passiva, come non gliene importasse un fico secco del risultato finale.

Era già nell’aria, alla vigilia, che sarebbe stata dura, durissima strappare anche un solo punticino ai giallorossi di Zeman, giunto ad un passo dall’esonero, se appunto non avesse battuto il Palermo. Ed è per questo, forse, che il boemo per l’occasione ha riesumato il vecchio, solidissimo Burdisso al centro della sua difesa: per cautelarsi un po’ di più rispetto alle precedenti partite, nelle quali la sua Roma era sempre andata in vantaggio per poi sprecare tutto nel finale.

Ma che bisogno c’era, se il Palermo non è mai sceso in campo, se non, sia pure solo a sprazzi, quando Gasperini ha fatto uscire un inclassificabile Franco Brienza per Josip Ilicic? Ovvero il giocatore più criticato e contestato del Palermo di questo inizio di campionato: “Ilicic di qui, Ilicic di là; Ilicic deve andare in panchina; con Ilicic il Palermo gioca in dieci e l’avversario … in dodici…” : Proprio quell’Ilicic che ha scoccato i soli due tiri verso la porta giallorossa e ha pure segnato il gol della bandiera! La verità è che, fermo restando il fatto che la Roma è di un altro livello rispetto ai rosanero, il Palermo di ieri sera sembrava quello di Sannino, se non peggio e quindi non poteva che perdere. Solo che questa sconfitta è stata persino peggiore di quella col Napoli e con la Lazio, perché stavolta il Palermo non ci ha neanche provato. Gasperini non ne ha azzeccata una ch’è una, cominciando con quello sgorbio tecnico-tattico di Pisano esterno di sinistra, lui che il piede mancino non lo usa nemmeno per salire sull’autobus.
Da un suo mancato, elementare intervento su Lamela è nata l’azione del primo gol, fatto … col naso da sua maestà Totti, tuttora, con i suoi 36 anni suonati, il migliore della Roma. Di gran lunga. Un autentico fuoriclasse che il tempo, anziché scalfire, arricchisce e nobilita.

Ma dicevo di Gasperini e della sua domenica bestiale: ha rinunciato al suo 3-4-3 per un inedito 3-5-2 proprio contro la Roma e lo ha fatto per paura di buscarle di brutto: Ma il presunto rimedio si è subito rivelato peggio del male, perché, rinserrato com’era nella sua metà campo, il Palermo ha consegnato partita e risultato su un piatto d’argento a Totti e alla sua grande serata. Il capitano giallorosso ha fatto sempre tutto quel che gli passava per la testa, e la sua è la testa di un instancabile inventore di gioco e di palle gol. Come dire: prego si accomodi e si diverta! E Totti che, fra i suoi, è il più legato a Zeman e al suo “credo” calcistico, ci ha messo pure un pizzico di classe e di voglia di più. Se pure era possibile, visto che uno come lui, quand’è in giornata, non lo fermi neppure marcandolo a uomo, come ai vecchi tempi del catenaccio. C’era da salvare la panchina del suo “maestro” e lui non si è certo tirato indietro, anzi, approfittando dell’implume avversario che aveva davanti, ha sfoderato la miglior prestazione di questo suo eccellente inizio di stagione.

E già a fine primo tempo eravamo sotto di due gol, che potevano essere di più, visto che il Palermo non riusciva neanche a superare la metà campo per tentare una sortita offensiva. E dovevi vedere la faccia sorridente e divertita dei commentatori Sky in studio: Marocchi e i suoi occhialini da professorino, disquisiva amabilmente sull’errore di Ujkani in uscita che costava il gol del 2-0 di Osvaldo: “No, è responsabilità di Ujkani al 100%”, ma il conduttore non era d’accordo sulla percentuale, addossandone una piccola quota a Munoz. E qui l’ex juventino con gli occhialini si intestardiva: “Ma no, Munoz non c’entra nulla, 100% Ujkani!”.

Insomma, seduto ( anzi stravaccato, per la malafiura che facevo con gli ospiti, poco tifosi e… molto sportivi) sulla poltrona del salotto di casa mia, mi sono sentito preso per i fondelli e ho pensato: “Ma guarda un po’, io pago il canone di abbonamento e questi qui si divertono con le disgrazie del Palermo!”. E per un attimo ho avuto la tentazione di saltar su dalla poltrona e dire agli amici. “Ragazzi, sono stanco, domani sarà una giornata dura, che fa, vi dispiace se ci salutiamo qui, tanto a voi della partita non ve ne frega nulla!”. Ma non sono arrivato a tanto, per me l’ospitalità è sacra e così ho preferito bere fino all’ultima goccia l’amaro calice della disfatta rosanero. Non ho più aperto bocca, ho assistito senza battere ciglio al terzo e poi al quarto gol giallorosso, ma ho rischiato di rovinare tutto quando ho visto Balzaretti, lanciato da Totti, presentarsi solo davanti a Ujkani. Ho avuto un sussulto così forte che sono rimbalzato sulla poltrona, scuotendo per un istante dal torpore tutti i presenti in sala, ma per fortuna il “Balza” ha sparato sulle braccia di Ujkani e io mi sono risistemato comodo, come nulla fosse. Novanta minuti che non passavano mai, uno stillicidio insopportabile, appena lenito dal bel gol di Ilicic, uno che magari avrà mille difetti – l’indolenza su tutti – ma è tra i pochi rosanero che danno del “tu” alla palla. E tenerlo fuori non si è rivelata una scelta indovinata.

Quando li ho accompagnati alla porta, gli amici, avevano tutti una faccia di circostanza, come volessero partecipare al mio “dolore”, ma lo facevano così male da peggiorare la situazione. Perché un conto è assistere alla disfatta della tua squadra, un altro è doverlo fare in silenzio, come nulla fosse successo, senza condividere con nessuno la tua tristezza. Sì, tristezza: non è una parola grossa, perché fa tristezza dover constatare che il 4-1 dell’Olimpico certifica, senza dubbi di sorta, che la salvezza per il Palermo sarà impervia come una montagna da scalare a piedi nudi.


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