Fu escluso dai candidati: alla fine "l'impresentabile" è stato assolto - Live Sicilia

Fu escluso dai candidati: alla fine “l’impresentabile” è stato assolto

Cade l'accusa di riciclaggio per un architetto 40enne che non venne candidato alle ultime amministrative
LA SENTENZA DI APPELLO
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PALERMO – Alla fine l’impresentabile è stato assolto. Per Francesco La Mantia, quarantenne architetto palermitano, è caduta in appello l’accusa di riciclaggio. Alle scorse elezioni amministrative di Palermo si era candidato per “Noi con l’Italia”, ma fu inserito nella lista degli impresentabili.

Tutta colpa di una condanna a 4 anni e mezzo, confermata in primo e secondo grado. La Cassazione, però, annullò con rinvio il verdetto nonostante la doppia copia conforme e ieri La Mantia, assistito dall’avvocato Pietro Cascio, è stato assolto nel nuovo processo di appello.

Un processo che ruotava attorno ad un passaggio di denaro sul suo conto corrente. Denaro che in realtà sarebbe stato destinato al padre, Giuseppe La Mantia, ex vice direttore dell’Inail di Palermo e direttore della sede di Termini Imerese. A sborsarlo sarebbe stato un ragioniere di Bagheria, Giuseppe Damiata, più volte coinvolto in inchieste e processi.

Secondo l’accusa, Damiata avrebbe ottenuto il rilascio di documenti di regolarità contributiva (Durc) a favore di diversi imprenditori, in cambio di mazzette. L’accusa è ancora sub iudice in appello. È stata dichiarata prescritta la corruzione e sono rimasti in piedi soltanto le ipotesi di accesso abusivo al sistema informatico.

Nell’inchiesta finì invischiato anche Francesco La Mantia. Dalla miriade di bonifici e passaggi di denaro venne fuori in una sola occasione il suo conto corrente. La Mantia si è sempre difeso sostenendo con forza di essersi limitato a fare utilizzare il suo conto bancario. Nulla di più.

Una tesi che ha convinto i giudici di appello. Poco prima del voto dello scorso giugno la commissione parlamentare antimafia inserì il suo nome fra i 18 impresentabili italiani, per via dei trascorsi giudiziari. La Mantia ha sempre parlato di scelta profondamente ingiusta.


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