Palermo, "Onorato fu pedinato": il suicidio, l'assicurazione sulla vita

La morte di Onorato: “Fu pedinato”. Il suicidio e l’assicurazione sulla vita

La famiglia dell'imprenditore non crede che si sia tolto la vita

PALERMO – “Le indagini non hanno consentito di individuare concreti e specifici elementi a carico di alcuno e neppure è stato possibile escludere che il decesso sia stato frutto di una scelta autonoma dello stesso Onorato“.

Così scrive la Procura della Repubblica che ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte dell’imprenditore Angelo Onorato, trovato senza vita il 25 maggio scorso dentro un Suv. Aveva una fascetta di plastica stretta attorno al collo. L’inchiesta era stata aperta per omicidio, ma non sono stati trovati riscontri.

Questioni economiche e personali

I poliziotti della squadra mobile, coordinati dai pubblici ministeri Clio Di Guardo e Luisa Vittoria Campanile, hanno scandagliato la vita dell’architetto e titolare dei negozi Casa. Sono emerse questioni economiche e personali, confermate anche da alcuni testimoni. Nessuna, però, ha portato ad individuare con certezza cosa avrebbe spinto Onorato a togliersi la vita.

morte Onorato
Il Suv dove è stato rinvenuto il cadavere di Angelo Onorato

Che sia morto per un atto di violenza da parte qualcuno non è emerso dall’analisi della scena del crimine. Le telecamere hanno confermato che Onorato è arrivato da solo in auto nella bretella che costeggia via Ugo La Malfa. Si potrebbe ipotizzare che l’assassino fosse già in auto, ma non si vede qualcuno allontanarsi a piedi. La macchina era in ordine, non c’erano i segni della reazione di chi viene sorpreso alle spalle e soffocato. Da qui la convinzione degli investigatori che l’architetto si sia suicidato.

“Mi disse che lo avevano pedinato”

Dall’inchiesta sono emersi ulteriori motivi di preoccupazione da parte di Onorato. Ad una donna aveva confidato che nel marzo precedente era stato pedinato da due uomini a bordo di una moto.

Che fosse preoccupato lo aveva scritto nella lettera indirizzata alla moglie che Onorato consegnò pohi mesi prima della morte ad un amico avvocato con l’impegno che non avrebbe dovuto aprirla. “Se succede qualcosa consegnala a mia moglie”, c’era scritto. Onorato faceva il quadro della situazione economica della famiglia, fra proprietà, debiti e crediti da riscuotere. Si rammaricava di essersi fidato di “persone sbagliate“. Ammetteva le sue paure: “C’è gente che mi vuole male”, scriveva senza però fornire indicazioni specifiche.

L’assicurazione sulla vita

Infine una novità che emerge solo ora. Onorato nella missiva di addio avrebbe fatto riferimento ad un’assicurazione sulla vita. In caso di morte la famiglia avrebbe potuto fare affidamento su una grossa somma di denaro. Si parlerebbe di un milione di euro. Una condizione escluderebbe il risarcimento: il suicidio.

“L’omicidio non è escluso”

Dalla lettura delle parole usate dal pubblico ministero l’avvocato Vincenzo Lo Re, che assiste la moglie di Onorato, l’ex eurodeputata Francesca Donato, spiega che “quindi l’ipotesi dell’omicidio non è affatto esclusa, così come rimane non esclusa l’ipotesi del suicidio. La sostanza è che nel termine massimo previsto per le indagini non sono stati trovati elementi di certezza indiscutibili a favore di una o dell’altra ipotesi. Ci è stato consegnato un fascicolo di oltre 2.000 pagine, che stiamo leggendo con attenzione prima di formulare le nostre considerazioni. Posso anticipare che un teste dichiara che Onorato si confidò, dicendo che nel mese di marzo si era accorto di essere stato pedinato da due persone e di essere preoccupato per la sua incolumità”.


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