Palermo, anno più nero che rosa |Quanti record negativi nel 2016 - Live Sicilia

Palermo, anno più nero che rosa |Quanti record negativi nel 2016

I siciliani chiudono l'anno con un'affannosa salvezza, seguita dal peggior girone d’andata dello storia.

calcio - serie a
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PALERMO – Il 2016 non passerà alla storia come la miglior stagione per i colori rosanero, anzi tutto il contrario. Il club di viale del Fante infatti chiude con oggi senza tanti giri di parole la sua peggiore apparizione nella massima serie, almeno tenendo in considerazione il girone d’andata disputato nel campionato 2016/2017. Se si guardano in maniera complessiva i 365 giorni intercorsi fra la sfida casalinga persa con la Fiorentina il 6 gennaio scorso con Davide Ballardini in panchina e il prossimo match che vedrà gli uomini di Eugenio Corini impegnati sempre con una toscana (stavolta l’Empoli di Martusciello in trasferta il prossimo 7 gennaio, ndr) il bilancio dell’anno vede un Palermo che non è mai andato oltre il quintultimo posto in classifica garantendosi la permanenza nell’attuale campionato grazie ad una salvezza all’ultima giornata nel campionato precedente.

L’annata che sta per volgere al termine si era infatti aperta nel peggiore dei modi con il ‘caso Verona’ (Sorrentino e compagni che esonerarono pubblicamente Ballardini al ‘Bentegodi’ dopo la vittoria dei rosanero con gli scaligeri, ndr) che compattò lo spogliatoio ma allo stesso tempo gettò nel caos la panchina rosanero. Nei mesi successivi si alternarono infatti ben cinque guide tecniche diverse (Viviani, Barros Schelotto, Bosi, Tedesco e Novellino che si andavano a sommare ai precedenti Iachini e Ballardini, ndr) che portarono il Palermo alla ribalta più per le sue ‘sliding doors’ in panchina, e la ritrovata vena del patron Zamparini da mangiallenatori, piuttosto che per i risultati in campo conseguiti da un gruppo allo sbando.

Il ritorno di Ballardini a sei giornate dalla conclusione del campionato, e sopratutto con i rosanero penultimi con tre punti da recuperare al Carpi messo meglio negli scontri diretti, a molti apparve come l’ultimo disperato tentativo di salvare ormai ciò che era ormai compromesso. Dopo il cappotto prevedibile con la Juventus allo ‘Stadium’ per 4-0 il Palermo riesce però ad inanellare una mini striscia positiva di cinque risultati utili consecutivi (tre vittorie e due pareggi, ndr) vincendo entrambi gli scontri salvezza fondamentali contro Frosinone e Verona. Proprio la gara conclusiva con gli scaligeri, con il ‘Barbera’ sold out, cancella in una sola serata gli incubi un’intera stagione vissuta con lo spettro della retrocessione domenica dopo domenica.

Si arriva dunque in estate con la ferma convinzione di non ripetere gli errori del recente passato confermando prima in panchina Davide Ballardini ma rinunciando quasi subito agli artefici della salvezza (Sorrentino al Chievo, Vazquez al Siviglia, Maresca svincolato ed infine Gilardino lasciato accasare all’Empoli, ndr). Al loro posto in Sicilia arrivano giovani di belle speranze ma semi sconosciuti al grande calcio, l’attaccante macedone Nestorovski, il trequartista ungherese Sallai e il centrale serbo Slobodan Rajkovic, quest’ultimo l’unico ad avere alle spalle un discreto curriculum. Già dalle amichevoli precampionato s’intuisce che il gruppo assemblato è ancora troppo acerbo e la vittoria ai supplementari di Coppa Italia contro il Bari nel quarto turno da solo l’illusione di una squadra in crescita.

Le prime giornate di campionato mettono però subito in mostra i limiti dell’organico allestito dal presidente Zamparini e dal ds Daniele Faggiano, ex Trapani arrivato nel finale del mercato per sostituire un Rino Foschi tornato in sella per un mese scarso per chiudere solo qualche operazione in uscita, in cui nemmeno l’arrivo del colpo ad effetto Alessandro Diamanti sortisce l’effetto di risvegliare l’entusiasmo del popolo rosanero. Dopo due giornate, e un prezioso pari contro l’Inter a San Siro, a saltare è la panchina di Ballardini che decide di abbandonare per incomprensioni con la società rea di non aver esaudito le richieste del tecnico in sede di mercato. Al posto del ravennate arriva nel capoluogo un altro esordiente nella massima serie, l’ex Foggia Roberto De Zerbi su cui Zamparini ripone una fiducia incondizionata che porta però solo ad una vittoria e due pareggi in dodici giornate con il bresciano alla guida e sopratutto al record negativo di sette sconfitte consecutive in A, poi salito a nove con Eugenio Corini. L’ultimo capitolo di questo 2016 infausto per il Palermo si conclude infatti col ritorno in panchina del ‘Genio’ che ha il pregio di ricaricare quantomeno d’entusiasmo la piazza che torna a riempire il ‘Barbera’ nelle ultime due uscite casalinghe dell’anno. Il bilancio è di soli 10 punti in classifica e un terzultimo posto (otto punti in meno rispetto al Palermo della stagione precedente con una gara ancora da disputare) con la speranza che il 2017 porti diverse svolte in positivo.


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