PALERMO – Le estorsioni? Si guadagna poco e si rischia molto. Ecco perché il clan mafioso di Resuttana puntava sulle scommesse on line.
Di agenzie intestate a prestanome è piena la città, ma i nuovi boss pensavano in grande. Filippo Bonanno e Sergio Macaluso, due degli arrestati nel blitz dei carabinieri di ieri, aveva incontrato un imprenditore del settore. Quest’ultimo gli aveva offerto “il pannello” affinché lo gestissero tramite le agenzie di scommesse presenti sul territorio di Resuttana: “… lui ha detto che ci vuole dare il pannello… e si gestisce quindi nel mandamento… e voi ve la sbrigate voi…”.
Bonanno aveva le idee chiare: “… te lo dico io che significa… un fiume continuo… di denaro…”. Macaluso aggiungeva: “.. io ti do le 20 agenzie di… qua di Resuttana….”. E Bonanno completava il discorso: “… allora c’hai la tua percentuale che è il 10 per cento, ma il resto mio è”.
Secondo Bonanno, era necessario nominare una persona che prendesse in mano la situazione: “… qua ci vuole una persona che se ne deve occupare competente a tempo pieno… perché è un lavoro… lo vedi quello Massimo, sta tutto il giorno a girare ma raccolgono soldi”.
Nel corso delle conversazioni intercettate e riportate nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Fabrizio La Cascia, si fa rifermento a un imprenditore molto noto nel settore. Macaluso e Bonanno valutavano di “farlo entrare a Resuttana” visto che aveva “i migliori siti di gioco”. Si tratta di un capitolo investigativo che deve essere approfondito.