Palermo, pusher travestiti da rider: affari da 3 mila euro al giorno

Da Ballarò a Mondello: i finti rider e le consegne della droga a domicilio

Tre turni di lavoro, ma a volte le richieste erano troppe

PALERMO – C’era un vera e propria centrale delle consegne a domicilio alle spalle dei finti rider fermati dalla guardia di finanza a Palermo. Una sorta di “control room”, che veniva contattata dai clienti e che smistava poi gli ordini ai pusher che si muovevano in bici o in moto.

Le consegne da Ballarò a Mondello

Questi ultimi si travestivano da rider e, da insospettabili, si recavano all’indirizzo indicato per consegnare hashish e cocaina. Le chiamate arrivavano nella maggior parte dei casi dal centro storico, da Ballarò e dalla Vucciria in particolare, ma anche da Mondello.

Gli spacciatori indossavano pettorina e zaino che riportavano il logo di una nota piattaforma di delivery. I dispositivi sarebbero frutto delle varie rapine ai danni dei veri addetti alle consegne della città. Colpi messi a segno soprattutto nella zona dello Zen, dove diversi rider sono stati aggrediti e derubati durante il proprio turno.

Due uomini a capo dell’organizzazione

Due gli uomini che gestivano gli appuntamenti: si trovavano agli arresti domiciliari e a loro, V.A, di 35 anni e V.D di 27, avevano consegnato due cellulari con una lunga lista di clienti. I due palermitani sarebbero stati al vertice dell’organizzazione che gestiva almeno cessioni di droga al giorno, con un guadagno quotidiano di tremila euro.

Tre turni di lavoro

Basti pensare che nel giro di due mesi, il volume d’affari accertato ammonta a circa settecento mila euro. Tre i turni di lavoro su cui si snodava l’attività, in questo modo la banda riusciva a sfruttare l’intera giornata. Come è emerso dalle indagini, a volte le chiamate erano talmente tante, che l’organizzazione non riusciva a far fronte alle richieste.

Cocaina dall’Africa, hashish dalla Calabria

A chiedere la droga a domicilio erano clienti di ogni tipo, dal professionista all’operaio, ma nel caso dell’hashish, ad acquistarla erano soprattutto i più giovani. A rifornire i pusher di cocaina arrivata dall’Africa, sarebbe stato un nigeriano di 51 anni, Kingsley Chima Isoguzo, ritenuto esponente di spicco della mafia nigeriana. L’hashish che finiva negli zainetti dei finti rider, invece, giungeva nel capoluogo siciliano soprattutto dalla Calabria, via terra.


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