Palermo, Biagio Conte ha parlato: "Non perdere la speranza"

Palermo, Biagio Conte ha parlato: “Non perdere la speranza”

La giornata alla Missione. Un racconto che commuove. La testimonianza di Antonio.

Due giorni fa, dal suo letto nell’infermeria della Missione di via Decollati, Biagio Conte ha parlato. Il missionario laico che ha donato se stesso agli ultimi del mondo, cominciando il suo viaggio da Palermo, era assopito, durante il momento di preghiera. Una signora si è commossa e ha detto ad alta voce: “Aiutami, anche io sono molto malata, ho un tumore”. A quel punto Fratel Biagio ha aperto gli occhi e ha sussurrato: “Coraggio, sorella, non perdere la speranza”. Lo racconta Francesco Russo, il medico e volontario che lo assiste continuamente, proprio durante una delle preghiere che vengono concesse, accanto al letto di un coraggioso sofferente, dopo la Messa quotidiana di mezzogiorno.

La stanza accogliente dove Biagio riposa è piena di immagini di santi e di papi. Ci sono gli attrezzi che servono ai medici, il disinfettante, gli strumenti per monitorare continuamente i valori. Si entra, nella penombra, e si vede il lettino sullo sfondo. Questa mattina il missionario riposava, in uno stato di sopore, che è aumentato, negli ultimi giorni. Entrare è una esperienza che coinvolge, nel segno di un amore coltivato con il massimo rispetto per colui che dato tutto al prossimo. Dalla sua finestrella, Biagio Conte vede il giardino che ospita la celebrazione con tanti sacerdoti che dicono Messa insieme con don Pino, l’amico di sempre. Dall’esterno, il vetro è schermato e non consente di sbirciare. Don Mimmo Napoli ha pubblicato su Facebook uno scorcio: “Questa mattina ho celebrato l’Eucarestia davanti alla stanza di fratello Biagio nella missione speranza e carità. Don Pino chiede di pregare, continuare a pregare”.

Ci sono i volontari, i compagni di strada. C’è Antonio Fulco, con il volto illuminato da qualcosa che solo chi passa per questi luoghi può comprendere appieno. Qui tutto viene vissuto nel solco di un messaggio di fede e di grazia, da chi cammina abitualmente su quel terreno. Ma chiunque incroci voci e sguardi non può che rimanerne colpito. Antonio viene dalla Basilicata, è un biologo. Diciotto anni fa compì la sua scelta missionaria.

“Mi sono fermato per sempre – racconta-. Cristo è la nostra speranza, come Biagio ci insegna. E’ lui che ripete sempre: non perdete la speranza, cioè, non perdete Gesù. L’ho seguito come si segue un padre che non ti abbandona mai. Io non l’ho mai lasciato e non lo lascerò mai”. Lui è uno di quelli che trascorre le giorni e le notti al capezzale del fondatore della Missione. E’ stanco, Antonio, ma sorride e abbraccia il cronista che gli porge qualche discreta domanda. Un abbraccio che rinfranca e che punteggia la cronaca di cose profonde.

Vengono in tanti, con il sole e con la pioggia. Ci sono le sorelle della Missione femminile, con il viso segnato da storie difficili. Siedono in prima fila, oltre il cancello che protegge il giardino. Nemmeno loro lasciano Fratel Biagio che se ne va con tenerezza, lasciando tutto di sé. (Roberto Puglisi)

Antonio Fulco

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