Palermo, campo largo rischia di dividere il Pd e la sinistra attacca - Live Sicilia

Palermo, campo largo rischia di dividere il Pd e la sinistra attacca

Ecco quali sono le posizioni in campo.
VERSO IL VOTO
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PALERMO – Amministrative: la suggestione del “campo largo” rischia di spaccare il Pd e fa infuriare la sinistra. Gli appelli del senatore renziano Davide Faraone e del leader siciliano di +Europa Fabrizio Ferrandelli diventano un richiamo per svariati esponenti del Pd palermitano che nei giorni scorsi avevano messo i puntini sulle i rispetto alla possibilità (auspicata) di allargare il perimetro della coalizione. Una posizione esternata attraverso i canali social del Pd Sicilia, elemento che i buoni osservatori non possono derubricare a casualità. 

La presa di posizione

“Mancano ormai pochi mesi alla presentazione delle liste ed il Pd deve proseguire sulla strada solcata con l’elezione del Presidente Mattarella, rafforzando il dialogo con gli alleati e con quelle forze riformiste che, in Sicilia, non si rivedono nell’esperienza disastrosa del governo Musumeci. In questo senso cogliamo con favore i segnali di apertura da parte di +Europa e Italia Viva e auspichiamo, in tempi brevi, l’avvio di un confronto nell’interesse di Palermo oggi e della Sicilia domani”. Così esordiscono il presidente della Direzione regionale del Pd, Antonio Ferrante e i componenti della segreteria regionale Marco Guerriero, Antonio Rubino e Daniele Vella. “Confronto che speriamo coinvolga ancora più soggetti politici antisovranisti. Per quanto riguarda Palermo, riteniamo necessario innanzitutto un confronto interno, ad oggi non ancora avviato, tanto sull’idea di campo largo lanciata dai nostri segretari Letta e Barbagallo quanto sulla possibile celebrazione delle primarie”, scrivono. E ancora. “Immaginiamo un candidato che sia capace di affrontare, insieme alla sua squadra, le questioni aperte del governo della città seguendo il modello nazionale. Per queste ragioni chiediamo al Presidente provinciale la convocazione, in tempi brevi, dell’assemblea provinciale, in plenaria con i componenti della segreteria regionale e nazionale, convinti che la via maestra per fugare ogni dubbio debba passare per i nostri organismi”, concludono.

C’è chi teme per la tenuta del fronte giallorosso

Sull’affaire “perimetro della coalizione e ipotesi primarie” Teresa Piccione tiene la posizione. “Favorevole alle primarie purché la coalizione già definita le condivida: rimango aperta a qualunque soluzione purché sia per il bene della città ed entro il confine del campo europeista”, dice a Live Sicilia. “Nessun problema a riunire gli organismi dirigenti”, assicura Piccione che sta lavorando per evitare di perdere i pezzi della coalizione aggregati finora senza non poche mediazioni. La palla adesso passa ai vertici palermitani del partito. E si apre, nei fatti, un fronte più ampio che va a toccare la partita per la guida della Regione. Al netto, però, del fattore legge elettorale che nel caso delle amministrative prevede il doppio turno (con le mani più libere in termini di alleanze).

Malumori a sinistra

Nel frattempo gli alleati di Sinistra Civica Ecologista non nascondono il loro disappunto. Non si lascia attendere la risposta della sinistra che punta il dito contro “i tatticismi”. “Il tempo è maturo per assumere le decisioni e non vorremmo che le titubanze di queste ultime settimane finiscano per spostare in altre sedi i processi decisionali. Il futuro di Palermo si deve decidere a Palermo, non a Roma né in sede regionale. Palermo è una città di cruciale importanza che non può essere usata come mera merce di scambio per accordo sulla Presidenza della Regione”, si legge in una nota stampa che richiama alla “coalizione base”. “Per questa ragione, riteniamo fondamentale che già nella riunione di coalizione di domani si sciolgano i nodi politici fondamentali: il perimetro della coalizione, la cornice programmatica e i criteri per la candidatura a sindaco. L’alleanza per le elezioni amministrative del 2022 potrà essere composta esclusivamente dalle forze politiche e sociali che hanno condiviso l’occupazione del Consiglio comunale per l’approvazione del Piano triennale delle Opere Pubbliche e il voto per il piano di riequilibrio che ha evitato il dissesto finanziario del comune. Non c’è spazio per altre alchimie politiche”, dicono. Insomma il fronte giallorosso. “Dal punto di vista programmatico, riteniamo prioritario l’investimento sul miglioramento della qualità dei servizi locali attraverso la costituzione di una multi-utility pubblica; un rilancio dell’economia e del lavoro attraverso la conversione ecologica e una politica industriale che rafforzi il tessuto economico esistente e richiami nuovi investimenti; il contrasto alla povertà economica, sociale, culturale ed educativa, utilizzando bene le tante risorse che stanno arrivando dall’Europa; una riorganizzazione della macchina comunale che punti alla efficienza , valorizzando il decentramento e la partecipazione democratica. Dopo aver condiviso questo impianto, Sinistra Civica Ecologista è disponibile a valutare il metodo per selezionare le candidature ed è già pronta a proporre una rosa di candidature a sindaco, al fine di rappresentare al meglio l’intera coalizione”, concludono. 


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