Palermo, Nordio: "Sì al dialogo", ma le carriere vanno separate

Nordio: “Resta il problema della separazione delle carriere”

Il ministro della Giustizia: "Indipendenza non è negoziabile"
IL CONGRESSO
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PALERMO – “Spero che non si parli più di conflitto tra politica e magistratura Si potrà parlare di dialogo franco, di dialogo acceso, di idee opposte, di proposte che possono venire da parte vostra”, lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al congresso nazionale dell’Anm a Palermo.

“Indipendenza non negoziabile”

Il guardasigilli ha premesso che “l’indipendenza della magistratura giudicante e requirente è un principio non negoziabile. Una contiguità col potere esecutivo è inimmaginabile”, ma ha confermato che “resta però il problema della separazione delle carriere”.

“Separazione delle carriere”

Un tema che “era nel programma elettorale ed è un percorso sicuramente lungo perché richiede una revisione costituzionale che sarà fatta nel principio della dichiarazione di Bordeaux, che prevede la netta distinzione tra magistrati del pubblico ministero e magistrati giudicanti, e prevede che ci sia un’assoluta indipendenza tra pm nei confronti di qualsiasi autorità a cominciare dal potere esecutivo. Questo per me è un dogma non trattabile”.

Riforme e concorsi

“Penso che saremo tutti d’accordo sul fatto che occorrano delle riforme che incentivino l’efficienza della giustizia – ha proseguito Nordio -. Per la prima volta abbiamo tre concorsi in via di definizione. Altri due sono stati appena definiti”.

L’obiettivo è “colmare i vuoti della magistratura entro il 2026. Sono state diffuse voci false e tendenziosi su concorsi stranissimi, con addirittura magistrati nominati dal governo. Non è possibile nemmeno pensare che un ministro, che è stato magistrato, possa immaginare qualcosa del genere. Stiamo invece pensando di accelerare questi concorsi”.

Nordio e la lotta alla mafia

Un riferimento anche alla lotta alla mafia nella città che ne è il simbolo: “La cosa più bella degli incontri che si sono svolti al G7 nei giorni scorsi è l’omaggio che i partecipanti hanno tributato alla magistratura italiana per il loro lavoro nella lotta contro la mafia. Tutti hanno convenuto che la nostra legislazione e l’attività della magistratura sono la punta avanzata che altri Paesi tendono a imitare e a prendere come modello, perché la criminalità organizzata è ormai un fenomeno transnazionale”.


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