Palermo, centrodestra in subbuglio: malumori per Dc e forzisti

Palermo, centrodestra in subbuglio: malumori per Dc, Lega e forzisti

I cuffariani disertano l’Aula, Inzerillo non vota

PALERMO – Le Europee sono ancora lontane, quelle Provinciali restano in bilico ma il prossimo appuntamento elettorale agita già le acque della politica palermitana. Mal di pancia e malumori che emergono sempre più platealmente e che stanno mettendo in crisi la maggioranza che a Palazzo Cominiti sostiene il sindaco Roberto Lagalla, ormai “costretta” a ricorrere alla presenza delle opposizioni per approvare le delibere in consiglio comunale.

Maggioranza in crisi di numeri

L’ultima, in ordine di tempo, riguarda la variante urbanistica sulla fermata Giachery: il numero minimo necessario era di 21 presenti e alla fine a votare sono stati in 22, di cui quattro delle minoranze. Una situazione che preoccupa sempre di più i big del centrodestra, in vista soprattutto del bilancio di previsione e degli atti propedeutici che adesso inizieranno a essere discussi.

Dc diserta l’Aula

Ma che succede nel centrodestra cittadino? L’ultimo mal di pancia, in ordine di tempo, è quello della nuova Democrazia cristiana. Il gruppo guidato da Domenico Bonanno ha disertato la seduta consiliare e qualche ora prima ha persino diffuso una nota polemica nei confronti dell’amministrazione: “Gli uffici delle Attività produttive (cioè quelli dell’assessore Dc Giuliano Forzinetti, ndr) hanno il personale ormai ridotto al lumicino – dice Bonanno – e non sono nelle condizioni di poter lavorare le pratiche in tempi ragionevoli. Da settimane abbiamo lanciato un allarme che sembra essere inascoltato”. E in effetti Forzinetti avrebbe scritto ben tre note per lamentare la carenza d’organico al Suap che, negli ultimi mesi, ha “perso” 14 funzionari trasferiti altrove, che si sommano a 11 pensionamenti e una dispensa dal servizio.

Una polemica indirizzata non tanto all’assessore al Personale Dario Falzone, meloniano, quanto al vicesindaco Carolina Varchi (sempre di Fdi), titolare dei Tributi che avrebbero incassato 15 dei 18 nuovi funzionari, mentre il Suap ne ha ricevuto solo uno dei tre previsti. “Apprezzo gli sforzi dell’assessore Falzone, ma, purtroppo, duole constatare la miopia di altri suoi colleghi che non guardano all’intera amministrazione con spirito di squadra”, continua Bonanno.

Il mal di pancia, però, sarebbe anche più profondo. Prima delle Europee il sindaco Lagalla sarà costretto a sostituire la Varchi con Brigida Alaimo, a causa del pressing di Fratelli d’Italia, cosa che costringerà l’ex rettore ad anticipare i cambi in giunta inizialmente previsti a urne ormai chiuse. A mandare in fibrillazione i cuffariani (e non solo) sarebbe la voce di un possibile ingresso nella squadra di governo di Fabrizio Ferrandelli al posto di Antonella Tirrito, il che ridarebbe fiato alle richieste della Dc di un secondo assessore o di deleghe aggiuntive, Patrimonio in primis.

Il “caso” Lega

Ma non è finita qui. In casa Lega, ormai dilaniata dallo scontro fra la corrente di Luca Sammartino, acerrimo nemico di Raffaele Lombardo, e quella di Annalisa Tardino, sostenitrice del patto con gli autonomisti in chiave elettorale, si registra il caso di Sabrina Figuccia. L’ex assessore, costretta a lasciare il posto ad Alessandro Anello (vicino alla Tardino), si è unita al coro dei critici per la gestione del Capodanno e da settimane esterna a mezzo stampa la propria insoddisfazione come nel caso dell’aumento dell’Irpef (pur avendolo votato in giunta) o della Rap.

Forza Italia divisa

C’è poi il caso clamoroso e ormai plateale del capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo, protagonista del “caso Capodanno” e deciso a non votare più le delibere dell’amministrazione Lagalla fino a quando non sarà calendarizzata la mozione sulla trascrizione dei figli delle famiglie omogenitoriali. Una posizione che ha creato parecchio scompiglio tra gli azzurri, specie per il ruolo di capogruppo rivestito da Inzerillo, isolato dagli altri sei consiglieri che invece votano regolarmente gli atti.

Ma il problema riguarda in particolar modo il gruppo dell’assessore regionale Edy Tamajo, prossimo candidato alle Europee e big del consenso: Inzerillo è uno dei suoi quattro consiglieri di riferimento e sabato scorso, in occasione del congresso di partito, ha ribadito le proprie posizioni su Capodanno, mozione sulla trascrizione dei figli e Almaviva. “Forza Italia non può aver cambiato pelle – ha detto Inzerillo – e da capogruppo non ho mai messo in discussione il sostegno alla maggioranza”.

Sta di fatto che l’intervento non sarebbe stato troppo gradito da Tamajo: “Noi siamo per il dialogo e non per le scazzottate politiche, specie se pubbliche – ha detto l’assessore -. Se si fanno, si fanno dentro lo spogliatoio”. Nervi tesi, dunque, che si riversano anche sul gruppo che si trova in disaccordo con chi ne ha la guida. Una situazione arrivata al limite, tanto che tra i corridoi di Palazzo delle Aquile si rincorrono persino le voci di un possibile avvicinamento di Inzerillo al vicepresidente della Camera (e ronzulliano) Giorgio Mulé.


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