Palermo: debiti, shopping compulsivo, gli usurai incombono- Live Sicilia

Debiti, gioco, shopping compulsivo: gli usurai incombono

Esiste un'alternativa agli strozzini. Il lavoro di una Fondazione della Diocesi

PALERMO – Di uomini e donne pieni di debiti finiti nelle grinfie degli usurai ne hanno aiutato già parecchi. Dal pastore catanese che si è confidato con il parroco al professionista palermitano che ha perso tutto – casa e affetti – per il vizio del gioco. E c’è anche la donna che ha speso più quanto possedesse perché affetta dal disturbo dello shopping compulsivo.

Il tempo della pandemia e della crisi economica ha reso la situazione in Sicilia ancora più difficile.

Alla “Fondazione santi Mamiliano e Rosalia” lavora un gruppo di professionisti volontari. Gente che si sbraccia per aiutare gli altri. Nessuno scopo di lucro, ma la sola voglia di tendere una mano a chi è in difficoltà. E finora sono duecento, fra persone fisiche o imprese individuali, che hanno bussato alla porta di via Benfratelli, nel cuore del rione Ballarò. Sono state accompagnate in un percorso virtuoso. Non tutti sanno che c’è un’alternativa agli strozzini.

“La Fondazione nata nel 2003 è espressione della Diocesi di Palermo e fa parte della Consulta Nazionale Antiusura -spiega il presidente Vittorio Alfisi -. Opera su tutto il territorio regionale della Sicilia grazie ai volontari, tra cui bancari, funzionari pubblici e privati e professionisti”.

Ed ecco la vera forza dell’iniziativa: alla componente umana si accompagna la competenza di chi sa trattare situazioni finanziarie compromesse di gente che non ha alcuna possibilità di accedere al circuito legale del credito. Persone con una forte sovra esposizione debitoria. Finiscono con le spalle al muro e diventano preda dei cravattari. Prima o poi si presenta qualcuno che si spaccia per amico. Presto svelerà il suo vero volto di carnefice, ma sarà già troppo tardi.

La Fondazione valuta le richiesta – un migliaio quello passate al vaglio in questi anni- e tratta con le banche un piano di rientro. Riesce ad avere le condizioni migliori grazie alle convenzioni firmate con gli istituti di credito e ad abbattere gli interessi, garantendo il prestito con propri fondi. Quindi accompagna la persona nel percorso che la porterà verso l’azzeramento dei debiti. E ci riesce nella quasi totalità de casi. I numeri sono dalla loro parte.

Per le garanzie la Fondazione usa i fondi del ministero dell’Economia e delle finanze – hanno a disposizione una riserva di 4,5 milioni – a cui si aggiungono donazioni, lasciti e contributi di privati, comunità parrocchiali, istituzioni pubbliche e private. Utilizza anche una parte dell’8×1000 che i cittadini decidono di assegnargli.

Il primo passaggio è la valutazione della richiesta, C’è chi prova ad approfittarne, ma si scontra con le competenze di un gruppo di volontari tra cui Francesco Furnari, Giovanni Cascino e Sergio Campagna. Professionisti oggi in pensione che ci sanno fare con i numeri.

Il controllo è rigido. Si parte da un primo approccio da parte di due volontari e via via si sale. Un comitato direttivo dà il via libera finale solo dopo avere studiato ogni dettaglio della pratica e avere capito che ci sono i margini di intervento.

Un lavoro prezioso in collaborazione con le Acli Palermo, presiedute da Nino Tranchina. “Senza giri di parole: esiste una possibilità concreta di aiuto per chi si trova in difficoltà”, dice l’avvocato Francesco Todaro, vice presidente delle Acli.

L’alternativa sono i prestiti a usura e il miraggio del gioco. Videopoker, lotterie istantanee, gratta e vinci sono ideati con meccanismi che condizionano l’agire umano. Ne sfruttano la debolezze. Una malattia da cui si può guarire. Anche su questo fronte si muove la Fondazione che lavora in sinergia con le aziende sanitarie provinciali.


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