PALERMO – Singoli episodio di spaccio di droga alla Vucciria, ma gli imputati non facevano parte di un’associazione a delinquere. Davanti al giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Sala non regge l’accusa più grave. Risultato: condanne meno pesanti delle richieste della Procura.
La pena più alta è stata inflitta a Luigi Abbate (4 anni e due mesi, contro i 16 chiesti dai pm). Teresa La Mantia, convivente di Abbate, ha avuto un anno e mezzo (richiesta di 8 anni). Tra gli imputati anche Leonardo Marino (condannato a 2 anni e 7 mesi, la richiesta era di 8), nipote di Teresa Marino, moglie del capomafia di Porta Nuova Tommaso Lo Presti. Le cessioni di droga avvenivano in vicolo dei Calzolai e in piazza Monte Santa Rosalia.
Le condanne
Gli altri condannati sono Vincenzo Di Giovanni 2 anni e e mesi, Maurizio Fecarotta 2 anni e 1 mese, Francesco Lo Gelfo 2 anni, Giovan Battista Marino 1 anno e 4 mesi, Pietro Presti 2 anni e 4 mesi, Salvatore Sammartino 2 anni e 2 mesi, Cristina Sirchia 1 anno e 2 mesi, Gaetano Sorrentino 1 anni e 8 mesi.
Erano difesi dagli avvocati Michele e Marco Giuseppe Rubino, Gaetano Turrisi, Salvo Vallone, Fabio Falcone, Antonio Vallone, Manfredi Emanuele.
Nell’inchiesta finì un episodio davvero singolare. Teresa La Mantia cercava consigli e si era affidata a una cartomante e a un mago. Gli affari di cuore turbavano la donna che contattava “esperti” che millantavano di possedere poteri paranormali.
“Che lavoro fa tuo marito?”, le chiedevano. “Un lavoro un po’ illegale… illegale e brutto”, rispondeva lei. Che aggiungeva ulteriori dettagli: ‘‘Vendono… a persone…” e il marito “è responsabile, si prende i soldi… che ha i ragazzi che lavorano”. Anche se “però dietro di lui c’è un altro responsabile più grande…”.