Che al consiglio comunale di Palermo non regnasse l’armonia è ormai noto a tutti, ma di giorno in giorno, di seduta in seduta, il clima non sembra migliorare. Al contrario, sembra di assistere a uno spettacolo del teatro dell’assurdo con una maggioranza politica ma non numerica e un’opposizione che, nonostante i numeri le siano favorevoli, non riesce a trovare una sintesi tra le diverse anime. L’ultimo scontro è andato in scena ieri quando sala delle Lapidi ha bocciato il prelievo dell’assestamento di Bilancio 2010-2012. I “no” sono arrivati dai consiglieri di Idv, Pd, Un’Altra Storia, Mpa, Gruppo Misto e Udc. Hanno invece votato a favore i consiglieri del Pdl, Pid e Forza del Sud.
E mentre il sindaco annuncia che presenterà un esposto alla Corte dei conti “per l’accertamento del danno erariale, e delle relative responsabilità, conseguenti alla mancata approvazione dell’assestamento di Bilancio da parte del Consiglio comunale”, il dibattito si trasforma in una serie di accuse che componenti di questo e quel gruppo si scambiano senza sosta e in una serie di conferenze stampa – tre in una stessa mattinata (Idv, Pdl e Pid, Fds) – indette per chiarire le proprie ragioni.
Per il capogruppo del Pdl Giulio Tantillo “la bocciatura dell’Aula rappresenta un atto gravissimo nei confronti della città. Era una manovra ‘povera’, di soli 5 milioni 800mila euro che erano a disposizione della città ma che per colpa di un comportamento irresponsabile dell’opposizione, non potranno essere utilizzati. I soldi erano stati destinati agli interventi di messa in sicurezza di sei istituti scolastici e all’assistenza sociale. C’era poi una piccola quota per il tradizionale albero di Natale predisposto dall’amministrazione”.
La ‘colpa’ del centrosinistra secondo Tantillo “è avere detto ‘no’ per principio senza tenere conto delle esigenze della città. Avevamo anche incontrato un rappresentante dell’Idv e uno del Pd e avevamo fatto presente che, se le proposte dell’amministrazione non andavano bene, eravamo pronti a discutere e accettare altre soluzioni purché non si bloccassero questi fondi. E invece… hanno proseguito nella strada dell’irresponsabilità”.
Immediata la replica di Fabrizio Ferrandelli, capogruppo dell’Italia dei valori: “L’amministrazione è ormai al capolinea, non ha neppure i numeri per portare in aula i suoi provvedimenti. Ieri è stato possibile aprire la seduta grazie alla nostra presenza, altrimenti non avrebbero avuto il numero legale. Una volta esaminata la manovra ci siamo però resi conto che era inaccettabile e che non c’erano tutti gli interventi sul sociale che avevamo chiesto. Non c’era poi il tempo – aggiunge – per trovare una sintesi con le altre forze di opposizione e presentare un maxiemendamento da potere discutere e approvare”.
Un botta e risposta continuo che parte però da un dato di fatto: quello di un Consiglio fermo da mesi. “Come si può lavorare così? – si chiede Tantillo – . Qui il problema non è il sindaco Cammarata, come dice l’opposizione, ma il Consiglio che non è in grado di lavorare. Tanto vale andare tutti a casa, il Consiglio si dimetta e la parola torni ai cittadini. L’opposizione però da una lato non è disposta a lasciare il proprio posto e dall’altro non riesce a produrre proposte concrete per la città”.
“Ieri – rincara la dose la capogruppo del Pid, Doriana Ribaudo – il centrosinistra ha votato ‘no’ all’assestamento di bilancio, ha detto ‘no’ a risorse per la città, hanno voluto dare un segnale a Cammarata. Al momento di votare la sfiducia però il sindaco è stato riconfermato… Il capogruppo del Pd Faraone non si limiti a fare opposizione solo a mezzo stampa, venga più spesso in Aula e non solo per votare contro la manovra”.
Tra i due litiganti c’è anche Forza del Sud che – pur riconfermando tramite il capogruppo Manfredi Agnello “di essere all’opposizione” – sosteneva l’assestamento perché “conteneva un aiuto importante alla città”.
“Siamo e restiamo opposizione – ribadisce Agnello – ma il provvedimento conteneva risorse destinate al sociale. Capisco il malcontento del centrosinistra ma si deve anche guardare alle esigenze della città”. “Invitiamo il presidente del Consiglio – aggiunge Gerlando Inzerillo – a convocare l’aula fino alla fine dell’anno sospendendo l’attività delle Commissioni per superare questa fase e procede con gli atti deliberativi”.