Palermo, Foschi: "Lucchesi cervello del fallimento" - Live Sicilia

Palermo, Foschi: “Lucchesi cervello del fallimento”

"La società attuale non penso possa fare qualcosa di più, per le possibilità. A meno che Mirri non vinca al Superenalotto"

PALERMO – “Il Palermo aveva una situazione particolare già da tre anni prima della mia ultima venuta. Quando mi ha chiamato Zamparini mi ha detto che lo potevano anche arrestare, poi ha venduto agli inglesi e lui diceva fossero un grande gruppo. Loro erano dei mascalzoni; mi hanno licenziato, ho licenziato loro e sono diventato presidente”. Rino Foschi, ex direttore sportivo del Palermo, torna a parlare del fallimento del club rosanero avvenuto nel 2019, anno in cui la società è rinata ripartendo dalla Serie D grazie al duo Mirri-Di Piazza.

Un anno infausto in cui si sono susseguiti eventi disastrosi: “Noi andavamo bene in classifica ma la situazione era difficile da gestire – ha aggiunto Foschi, presente alla Palermo Football Conference -. Anche i Tuttolomondo erano dei mascalzoni. Lucchesi è stato il cervello di quel fallimento. È stato un finale di carriera che mi ha fatto sbandare, sono andato anche in ospedale. I miei familiari non volevano che venissi a Palermo. È dura”.

L’esperto dirigente romagnolo ha anche parlato della nuova società rosanero: “Non conosco Mirri. Palermo è la quinta città d’Italia e devi investire, il tifoso pretende. La società attuale non penso possa fare qualcosa di più, per le possibilità. A meno che Mirri non vinca al Superenalotto. Il pubblico dovrebbe aiutare il club e stare vicino alla squadra; sono punti in più nel campionato”.


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