Palermo, Franco Miceli rinuncia alla corsa a sindaco per il Csx - Live Sicilia

Palermo, Franco Miceli rinuncia alla corsa a sindaco per il Csx

Le ragioni del ritiro in una lunga nota. LE REAZIONI DELLA POLITICA CITTADINA
CENTROSINISTRA
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PALERMO – Franco Miceli rinuncia a correre per la coalizione di Centrosinistra a sindaco di Palermo. L’uomo era stato designato negli scorsi giorni come possibile candidato dei progressisti accogliendo il via libera di quasi tutte le forze politiche da parte del Movimento 5stelle a Sinistra civica ecologista passando per il Partito democratico. Oggi arriva però la rinuncia del candidato in pectore.

“L’amore per la mia città mi ha portato a valutare la proposta che mi veniva offerta. Ma per fare delle scelte era necessario stabilire alcune condizioni primarie. La condizione prioritaria è la massima unità dello schieramento progressista in grado di costruire un rapporto forte tra politica e società”, dice Franco Miceli nella nota con cui rende ufficiale la sua rinuncia.

“Questa condizione non si è manifestata, al contrario – sottolinea – registro la presenza di troppi conflitti ed il permanere di tante posizioni autoreferenziali. Ne prendo atto. Pertanto, non ritengo esistano le condizioni favorevoli per mettere in campo il potenziale di cui c’è bisogno e viceversa noto tanta disattenzione nei confronti del destino della nostra città. Pur essendo onorato dalla proposta, e ringraziando per la fiducia e la stima riposta nella mia persona, rimane fermo il mio intendimento di proseguire con impegno il ruolo che ricopro attualmente. Continuerò a dedicarmi, come sto facendo con grande impegno, alla comunità degli architetti italiani”.

Il presidente del consiglio nazionale degli architetti in una nota spiega: “Chi mi conosce sa bene che non mi sono mai sottratto ad impegni complessi e di responsabilità, ma ritengo che un impegno così grande, necessario per affrontare gli enormi problemi irrisolti della città abbia bisogno di una grande partecipazione collettiva, sia da parte della politica, sia da parte dell’intera città, altrimenti ogni sforzo risulterebbe vano. La mia impressione è che la città attenda l’avvio di una nuova fase, ne ha un grande bisogno, per uscire dalle secche in cui si trova, ed è disposta ad ascoltare soltanto chi dimostra di essere in grado di proporre un progetto credibile in sintonia con il comune sentire”.

“Si chiude – continua Franco Miceli – una lunga fase della vita di Palermo e c’è bisogno di dare certezze ed indicare un nuovo corso, Credo che attorno a questa semplice constatazione è possibile avere il massimo di comprensione e partecipazione dei cittadini di Palermo. Altrettanto non posso dire – sottolinea – sul ruolo della politica che rimane attardata entro schemi non adeguati ad interpretare il bisogno di cambiamento ed a fornire le soluzioni migliori per il governo della città in sintonia con le aspirazioni che da essa provengono”.

“Importare a Palermo schemi che sono frutto degli equilibri della politica nazionale – dice ancora Miceli – sarebbe un errore tragico, poiché la nostra città è sempre stata attenta ad interpretare un ruolo originale, spesso in controtendenza con quanto avveniva altrove e, quando si è appiattita alle logiche esterne, ha subìto gravi conseguenze e processi di vero e proprio decadimento. Questa originalità è un patrimonio da non disperdere che va reinterpretato, recuperando il meglio dell’esperienza che ha contraddistinto la storia degli ultimi 30 anni di Palermo. Questa storia merita rispetto e soprattutto richiede un approccio alla città interpretando l’animo più profondo delle diverse articolazioni della sua vita sociale”.

“Vorrei ricordare – prosegue – che tra qualche settimana ricorrono il trentesimo anniversario della strage di Capaci ed i 40 anni dell’uccisione di Pio La Torre, ricorrenze queste che hanno un significato profondo in tutti noi, perché hanno dato vita ad un sussulto civile che ha portato significativi cambiamenti, e credo che bisognerebbe recuperare quella spinta ed i valori che essa determinò nella politica e nella società”.

“Non mi trovo a mio agio con i ‘tatticismi esasperati’ della politica che sono lontani anni luce dalle mie corde. La città di Palermo deve affrontare grandi problemi e guardare al suo futuro. Con grande rammarico constato che l’interesse vero della città non è al centro dell’agenda politica. Palermo non può essere merce di scambio per appetiti personali presenti e futuri, né può essere il campo di gioco per soddisfare la bramosia di partecipazione dei candidati di bandiera per future collocazioni. Così si fa solo danno alla città. Non sono andato con il cappello in mano da nessuno a chiedere la candidatura. Non era in nessun modo nei miei intendimenti”, conclude Franco Miceli.

Le reazioni

“Lo avevamo detto che questo non era il metodo giusto per unire. Si assuma la responsabilità chi ha bruciato il nome”, così il deputato Ars del Movimento Cinque stelle Giampiero Trizzino.

Giarrusso: “La candidatura di Miceli naufragata? Specchio degli errori commessi dal Movimento”

“Quello che sta succedendo a Palermo sulla scelta del candidato sindaco è desolante, ed è specchio degli errori che vengono commessi dal Movimento a causa di chi cerca di promuovere se stesso e rendere eterna la propria carriera politica, alla faccia dei nostri valori e della regola dei due mandati”. Lo dice l’eurodeputato Dino Giarrusso (M5s), commentando le vicissitudini legate alla candidatura di Franco Miceli, tramontata. “Dobbiamo assumerci delle responsabilità: 19mila palermitani di cui oltre 11mila nel solo comune di Palermo mi hanno scelto per rappresentarli in Europa ed oggi mi scrivono sgomenti per come si è mosso finora il Movimento e purtroppo l’intero centrosinistra – aggiunge – Mio malgrado ho dovuto raccontare che finora alcuni esponenti del M5s sono arrivati a chiedere alla nostra vicepresidente Paola Taverna che io non partecipassi ai tavoli per discutere delle elezioni alle porte, dove invece si sono seduti persino portavoce eletti in altre province. I risultati di questo modo di agire, indegno e antitetico ai nostri valori sono sotto gli occhi di tutti: un disastro che attivisti elettori e cittadini non meritano”. Per Giarrusso “la vicenda Miceli rappresenta plasticamente ciò che il Movimento non deve mai più fare”. “L’unica strada è ricominciare a coinvolgere la base, non avere paura di chi ha consenso e smetterla di dividersi su tutto come qualcuno fa, tentando disperatamente di mantenere rendite di posizione – continua Giarrusso – Per Palermo devono decidere i cittadini palermitani e i loro rappresentanti a tutti i livelli, dalla circoscrizione al Parlamento Europeo. E così dovrà essere per le elezioni regionali e soprattutto per la scelta dei referenti locali. Oggi votiamo nuovamente per la leadership di Conte, ed io ritengo indispensabile che i nostri iscritti siano presto chiamati anche a scegliersi i referenti locali, non avallando una nomina dall’alto ma scegliendo fra chi vorrà candidarsi a quei ruoli, in piena democrazia diretta”.

Sinistra Civica Ecologista: “Le parole di Miceli chiamano alla responsabilità”

“Le parole di Franco Miceli chiamano alla responsabilità, contemporaneamente, le forze politiche e la società civile della città di Palermo. Il futuro della nostra città non può essere pregiudicato da schemi precostituiti a Roma né da logiche di scambio con gli assetti regionali. È il momento della responsabilità: la destra è spaccata, proliferano le candidature di bandiera e a sinistra serve un atto che metta al centro la politica” Lo scrive in una nota il coordinamento di Sinistra Civica Ecologista. “Chiediamo al Pd, al Movimento 5 Stelle e all’intera coalizione progressista di mettere da parte inutili tatticismi e svilenti personalismi che, evidentemente, si sono manifestati sottotraccia in questi giorni”, prosegue il comunicato. “Bisogna ripartire dalla politica – conclude – e appare necessario sostenere la candidatura di Miceli che sarà garanzia per il futuro della città”.

Mariangela Di Ganci: “Tatticismi spengono entusiamo”

“E’ terribile vedere come il comportamento di una parte dei gruppi dirigenti dei partiti sia in grado a Palermo di spegnere entusiasmi e letteralmente macinare risorse umane che potrebbero essere invece chiavi del cambiamento, calando dall’alto soluzioni costruite nel segreto delle stanze e non condivise con la città”. Lo dice Mariangela Di Gangi, presidente del Laboratorio Zen Insieme, commentando gli ultimi sviluppi della vicenda delle candidature per il Comune di Palermo e la scelta di Franco Miceli di non accettare la candidatura. “L’ossessione per i tatticismi e per la tutela dei (sempre più piccoli) recinti personali e degli stessi gruppi dirigenti denuncia la mancanza di capacità e forse di volontà di elaborare una proposta politica che metta al centro la città e non l’autoconservazione – aggiunge – Occorre recuperare e valorizzare ogni energia ed ogni risorsa utile per la città. Occorre rinnovare la classe dirigente. Occorre avere coraggio e puntura su un vero e concreto rinnovamento. Oggi la vecchia politica ha toccato il fondo. Spero che da domani si possa ripartire consapevoli che errori come questi non debbano più essere commessi.”

Filoramo: “Palermo non è merce di scambio”

“La città di Palermo non è merce di scambio, le elezioni amministrative di Palermo si devono tenere nell’interesse della città e dei suoi cittadini. Le parole di Franco Miceli sono un appello alla responsabilità, a tutti gli attori politici e alla società civile della città di Palermo. Il futuro della nostra città non può essere pregiudicato da schemi precostituiti in altri luoghi, guardando a riempire caselle o risolvere problemi personali. Lo dico forte e chiaro Palermo non sarà merce di scambio con le future candidature regionali. Il progetto politico della coalizione progressista andrà avanti, è il momento della responsabilità. Alla fiera delle candidature del centrodestra rispondiamo con un progetto che pone al centro le forze progressiste, adesso serve un atto che metta al centro la buona politica. Chiedo a Franco Miceli di accogliere la sfida di Palermo: metteremo all’angolo gli inutili tatticismi che servono solo a rallentare ed usurare chi sta in campo. Non è il momento dei personalismi è il momento del coraggio e della generosità”. Lo afferma il segretario della provincia di Palermo Rosario Filoramo.

Varrica: “Spero che Miceli cambi idea”

Anche Adriano Varrica (M5S) spera in un passo indietro: “Continuo ad alimentare la speranza che, con generositá e lungimiranza, si faccia di tutto per fare cambiare idea a Franco Miceli e per costruire un percorso utile per la città. In caso contrario il tempo sarà galantuomo ed emergerà chiaramente chi ha lavorato per Palermo e chi per i propri interessi personali e politici”.

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