Gelo e disperazione sotto i portici| "Dopo Aldo, la notte fa paura" - Live Sicilia

Gelo e disperazione sotto i portici| “Dopo Aldo, la notte fa paura”

Piazzale Ungheria

I clochard temono l'escalation di violenza in centro. "Le baby gang ci terrorizzano".

PALERMO – “Non ho alternativa. Io ho un cane, non posso andare in un dormitorio e lasciarlo qui, anche se la paura di essere aggredito o di morire assiderato c’è”. Ha 49 anni, è palermitano ed ha perso tutto. E’ uno dei senzatetto che in piazzale Ungheria ha trovato rifugio ormai da più di un anno, insieme ad altre quattro persone, tra cui un giovane bengalese ed un ghanese.

Nell’area in cui trascorrono la notte, a pochi metri dal luogo in cui è stato ucciso il clochard Aldo, ci sono sacchi a pelo, due vecchi materassi, resti di cibo e cumuli di cartoni e coperte. Sotto i portici in cui continua il viavai di chi lascia un fiore o un messaggio per l’uomo che è stato massacrato per 25 euro, disperazione e paura camminano insieme. “Dopo quella violenza – prosegue un altro senzatetto – si sono spostati qui coloro che dormivano in piazza San Francesco di Paola e piazza Sant’Oliva. C’è anche un uomo, credo sia serbo, con il quale non riusciamo a comunicare, ma stare con noi, probabilmente, lo fa sentire al sicuro”.

La stessa paura con cui conviveva Aldo, che insieme al suo inseparabile gatto Helios trascorreva le sue giornate davanti ad un locale chiuso da tempo, ma sotto l’occhio della telecamera di un bar che si è rivelata fondamentale per le indagini. “Quel ragazzino lo vedevamo spesso – racconta il giovane bengalese, a Palermo da cinque anni – ma non era l’unico a disturbarci. Fino a pochi giorni fa, un altro gruppo ha cominciato ad insultarci, a tirarci delle pietre”.

D’altronde, le baby gang che “battono” la zona del centro città preoccupano sempre di più e fanno crescere l’allarme ormai da settimane e si teme che l’escalation di aggressioni già registrata si trasformi in emergenza. “L’unione fa la forza – aggiunge dal suo giaciglio nei pressi di via Mariano Stabile un clochard di 60 anni -. Stare insieme ci aiuta ad avere meno paura, ma i rischi sono altissimi. Io prima dormivo alla stazione centrale, ma una notte sono stato preso a calci da due giovani, senza motivo. Non avevo niente, non ho mai avuto nulla, ma la violenza non ha risparmiato neanche me”.

Ad assisterli, ci sono i volontari delle associazioni che già in passato si sono occupati di chi, in piazzale Ungheria, è finito nel mirino. Quattro le aggressioni ai clochard avvenute negli ultimi anni nella stessa zona, in un caso un gruppo di balordi ha gettato della benzina sul volto e sulle mani di un uomo che stava dormendo dotto i portici. Un altro è stato picchiato e rapinato di pochi spiccioli, mentre risale soltanto a due anni fa l’incendio di cartoni e coperte utilizzate dai senzatetto. Qualcuno ha appiccato il rogo nei pressi di via Mariano Stabile, seminando il panico tra chi trova rifugio nella zona.

Ci fa piacere che il Comune abbia rafforzato il piano di interventi per i clochard, in vista delle basse temperature – dice un commerciante – ma come abbiamo purtroppo visto coi nostri occhi, non è soltanto il freddo a metterli in pericolo. Qui conosciamo la maggior parte di queste persone, sono innocue, non disturbano nessuno, Aldo non chiedeva nemmeno l’elemosina. Non ci si può ricordare di loro soltanto in inverno, i rischi ci sono tutti i giorni dell’anno”.

 


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