Palermo, in tribunale con le armi in borsa: sorelle condannate

Palermo, in tribunale con le armi in borsa: sorelle condannate

Bloccate dai carabinieri. Mistero sull'obiettivo

PALERMO – Sei mesi ciascuno di carcere. Diventa definitiva la condanna per due sorelle di San Giuseppe Jato, Maria Rosaria e Maria Provvidenza Lo Cicero. La Cassazione a luglio ha dichiarato inammissibili i ricorsi.

Una mattina del 2007 ci furono momenti di tensione al Palazzo di giustizia di Palermo. Le due donne arrivarono assieme in Tribunale. Il controllo delle borse con lo scanner svelò la presenza di quello che i giudici hanno definito un “armamentario”. Maria Rosaria Lo Cicero aveva un coltello a serramanico con una lama da 9,5 centimetri e un manganello a scatto di 42 centimetri. La sorella, una pietra che pesava più di 300 grammi. Secondo i giudici, avevano programmato un’aggressione. Nei confronti di chi? Nulla le imputate hanno detto sul punto, tranne che si sentivano perseguitate da qualcuno. Erano convinte che volessero fare loro del male e andavano in giro armate per difendersi.

Quel giorno le sorelle si recarono in Tribunale per verificare lo stato di una denuncia che avevano presentato contro un vicino. A proposito di beghe di vicinato. Una rischiò di finire in tragedia due anni più tardi. Maria Rosaria Lo Cicero è stata condannata a 4 anni e 8 mesi per avere sparato con una pistola ad aria compressa contro due coniugi che abitavano nella stessa strada nel paese in provincia di Palermo. Marito e moglie finirono in ospedale.


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