Palermo, inchiesta sul Policlinico: visite 'salta fila" in nero - Live Sicilia

Palermo, inchiesta sul Policlinico: visite “salta fila” in nero

Non soltanto concorsi pilotati, ma una allegra gestione della struttura sanitaria

PALERMO – Operava la figlia, ma risultava in servizio il padre. Sarebbe accaduto in tre occasioni ricostruite nell’inchiesta della Procura di Palermo sul Policlinico di Palermo.

Gaspare Gulotta, ex direttore della Chirurgia dell’ospedale universitario, avrebbe “ospitato” la figlia al suo posto in sala operatoria. Solo che Eliana Gulotta è dipendente del Civico e per legge non si può lavorare in due strutture pubbliche contemporaneamente.

Padre e figlia sono finiti agli arresti domiciliari. La Procura non indaga solo sui concorsi pilotati, ma anche sulla gestione del reparto di Chirurgia.

Ad uno dei tre interventi si era sottoposto un avvocato. Secondo i carabinieri del Nas, il Nucleo anti sofisticazione, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Andrea Fusco e Luisa Bettiol, l’operazione fu un favore al professionista, nipote del titolare di un negozio dove si riforniva spesso la famiglia Gulotta.

A supportare le indagini ci sono le video riprese nella stanza del professore Gulotta al Policlinico, dove la figlia è stata vista stazionare prima di iniziare l’intervento. “Ero in sala operatoria”, disse nel corso di una telefonata intercettata. Quel giorno nel registro era annotata la presenza del padre. Eppure il cellulare del professore ha agganciato celle telefoniche distanti da quelle in cui insiste il Policlinico.

Ci sono poi le visite in regime di intramoenia. Gaspare Gulotta, come da regolamento, poteva ricevere privatamente i pazienti in ospedale. Per una visita di chirurgia generale il tariffario è di 200 euro, una parte dei quali va versata all’ospedale. In molti, però, avrebbero pagato la visita in nero.

Alcuni pazienti hanno pagato dietro presentazione di fattura, ma hanno goduto di una corsia preferenziale perché la prenotazione delle visite al policlinico è passata dal Cup. I pazienti non facevano la fila, saltavano i tempi di attesa, sia per la visita che per gli esami specialisti, come le endoscopie.

Il Nas avrebbe ricostruito 71 visite in nero. Nel febbraio 2020 i carabinieri chiesero la documentazione in ospedale per eseguire le verifiche. Gulotta cominciò a temere il peggio. Chiamò una paziente per dirle “io ti prego se dovessero per caso chiamarti… sei venuta qua, hai incontrato me, ma non hai pagato”. Ed ancora: “Se vengono loro e scoprono che questa ernia è stata operata ieri sera e c’era un’altra che aspettava 20 giorni sono guai per me…”.

La mamma di una paziente convocata dai militari confermò che per una delle visite al Policlinico pagò 200 euro in nero, che Gulotta “mi strappò dalle mani”. Il resto è emerso grazie alle intercettazioni. Ad un uomo il direttore della Chirurgia disse: “Lunedì alle nove viene qua con la ricetta del medico di ricovero e la faccio ricoverare… per il pagamento può pagare a me… se non avete bisogno della fattura… se avete bisogno della fattura dovete andare a pagare lì in ufficio”.

E arriviamo al 13 agosto 2020. Una donna entrò nella stanza di Gulotta: “Intanto mi dice quanto le devo?”. “Non mi deve niente”, rispose il chirurgo. nel frattempo iniziò a roteare la mano come a fare intendere che temeva di essere ascoltati. Poi indicava con la mano il numero cinque. La donna prese delle banconote dalla borsa, le consegnò al Gulotta che le mise subito in tasca.


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