Il commissario Renato Costa è preoccupato. Da responsabile dell’emergenza Covid nell’area metropolitana di Palermo quello stadio che si annuncia pieno, giovedì sera, per la partita fra Italia e Macedonia non gli va giù. Un incontro importante, per la qualificazione al Mondiale, ma siamo, ancora, in un periodo di forte circolazione del Covid. Ecco spiegati i motivi dell’ansia.
Commissario, al ‘Barbera’ ci sarà il pienone.
“Tantissime persone più una presenza sgradita. C’è da considerare il virus che siederà sugli spalti con i tifosi e andrà camminando tranquillamente. Lui rischia di farci gol, se vogliamo utilizzare un’immagine sportiva”.
E’ così grave?
“Io capisco la voglia di normalità. Forse nessuno più di me vorrebbe che ci fosse, perché le assicuro che svolgiamo una attività non semplice. Le ho detto pure, in un’altra occasione, che mi piacerebbe tornare al mio ospedale…”.
Ma?
“Semplicemente non possiamo permettercelo. Non lo decidiamo noi quando finisce una pandemia. Non è un atto di volontà. Tutte le volte che abbiamo tentato una fuga in avanti, siamo stati ricacciati indietro, con perdite di vite umane”.
Qual è la situazione?
“Il virus circola impetuosamente. I vaccini ci hanno permesso un miracolo. Con queste percentuali, se non ci fossero, avremmo numeri pesantissimi di morti e di ricoverati. Posto questo, non possiamo tirare la corda all’infinito”.
Cioè?
“Se permettiamo al Covid di fare i suoi comodi, i ricoveri e le vittime aumenteranno, i fragili saranno i più colpiti. Oltretutto, un virus libero può mutare più facilmente, con esiti imprevedibili. A quel punto rischiamo di perdere il vantaggio, di dover ricominciare”.
Ecco perché non le piace quello stadio pieno.
“C’è il pericolo concreto di un boom di contagi, con sovraccarico sugli ospedali, a Palermo. Quell’affollamento potrebbe provocare una vera e propria bomba sanitaria. Mi rendo conto che non si può fare niente per cambiare le cose, ma il mio appello alla prudenza resta”.
Magari servirà per il futuro.
“Speriamo. Un’altra cosa che non va è l’idea di togliere le mascherine anche al chiuso: non sta né in cielo, né in terra. Sono preoccupato anche perché il dibattito non conosce mezze misure: o tutti chiusi o liberi tutti”.
Insomma, è davvero preoccupato, commissario.
“Preoccupatissimo”.