Palermo,la morte di Simona e l'autopsia: le domande che restano

La morte di Simona, i primi esiti dell’autopsia: le domande che restano

Le indagini e i dubbi. Capaci si prepara all'addio

PALERMO – Simona Cinà sarebbe morta per annegamento, ma resta da capire perché. L’autopsia eseguita oggi all’istituto di Medicina ha rappresentato uno degli step più importanti nelle indagini per accertare come sia morta la pallavolista di vent’anni, trovata senza vita nella piscina di una villa a Bagheria.

Cosa è successo alla festa di laurea a cui stava partecipando, dopo le 3.20? Quello è l’orario in cui una sua amica è andata via. Ha detto di avere salutato Simona mentre ancora ballava vicino alla consolle e si divertiva. La giovane, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Termini Imerese che sta indagando per omicidio colposo contro ignoti, è stata trovata sul fondo della piscina intorno alle 4, ma l’esame autoptico non avrebbe fornito dati certi per stabilire l’ora del decesso.

Quaranta minuti su cui gli inquirenti stanno cercando di fare luce, per dare una risposta ai tanti interrogativi che ancora restano. I medici hanno trovato acqua nei polmoni e, in base a quanto ha riferito l’avvocato Gabriele Giambrone, sarebbe stato trovato anche un piccolo segnale sotto la nuca. Sara potrebbe essere scivolata, battendo la testa e perdendo i sensi? Secondo il legale è un’ipotesi da non sottovalutare.

La morte di Simona e gli esami tossicologici

Di certo, c’è l’assenza di segni di violenza sul corpo della giovane atleta, che oltre alla pallavolo e al beach volley, praticava surf e skateboard. Ieri sono inoltre stati eseguiti anche gli esami radiologici e una Tac, che hanno escluso la presenza di fratture. Per l’esito degli esami tossicologici bisognerà invece attendere.

I risultati potrebbero rivelarsi fondamentali per fare chiarezza, visto che resta in piedi l’ipotesi di un malore per cause naturali o provocato da alcol o droghe. “Simona era una salutista – hanno detto più volte i familiari – non beveva abitualmente, non avrebbe mai assunto sostanze stupefacenti”. “E’ difficile pensare – ha detto Gabriella la cugina di Simona parlando con i giornalisti dopo l’autopsia davanti al Policlinico – che una ragazza sportiva che sa nuotare così bene non sia riuscita a salvarsi e che anneghi in questo modo in una piscina alta massimo due metri. Dobbiamo quindi sapere se è stata male, come è caduta in piscina e poi morta per annegamento”.

“Vogliamo solo la verità”

Alle parole di papà Luciano, della madre Francesca, della sorella gemella Roberta e del fratello Gabriele, si sono aggiunte nei giorni scorsi quelle dell’ex fidanzato: “Non si faceva abbindolare – ha detto Francesco Tilotta -. Simona viveva per lo sport, non l’ho mai vista brilla”. I carabinieri hanno sequestrato diversi bicchieri e bottiglie di alcolici nella villa in cui si era svolta la festa, insieme ai vestiti e agli effetti personali della ragazza, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Un’ottantina i ragazzi che avevano partecipato al party, organizzato da due neo laureati che Simona aveva conosciuto durante gli allenamenti. “Come mai nessuno si è accorto di cosa è successo a nostra figlia?”, hanno chiesto, disperati, i familiari. Assistiti dagli avvocati Gabriele Giambrone e Mario Bellavista, hanno ribadito di avere fiducia nel lavoro della procura e dei carabinieri: “Vogliamo solo la verità sulla morte di Simona”.

L’ultimo saluto

Intanto Capaci, dove la ventenne abitava con la sua famiglia, si prepara all’ultimo saluto. I funerali saranno celebrati domani nella chiesa madre. Il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.


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